Cronaca nera

Cristian muore travolto da un tir. Il camionista guidava ubriaco

La vittima, 20 anni, era una promessa della kickboxing

Cristian muore travolto da un tir. Il camionista guidava ubriaco

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Stava rientrando dalla sua giornata di lavoro. Mancavano pochi chilometri e altrettanti minuti. Poco dopo Cristian Poletto, bresciano di soli 20 anni, sarebbe andato in palestra per allenarsi a kickboxing, sua grande passione. Ma in un attimo, mentre è alla guida di un furgone, si trova imprigionato in un inferno: sono le 17.30 di lunedì tra Ospitaletto e Cazzago, in provincia di Brescia, quando un tir invade la corsia opposta e travolge la vettura guidata da Cristian che sta tornando in officina. Per un momento si sente il penetrante stridore delle gomme sull'asfalto. Il camion finisce la sua corsa contro un muro e prende fuoco e l'autista riesce a uscire in tempo con qualche contusione. Dietro di lui, invece, il furgone è un ammasso di lamiere e diventa la trappola del ragazzo, che resta bloccato all'interno. Muore lì, prima che i soccorsi riescano ad arrivare sul posto.

La dinamica dello schianto è apparsa subito chiara, anche grazie alle immagini di alcune telecamere di un distributore di carburante e a diversi testimoni. Ma le notizie arrivate nella notte tra lunedì e martedì, quando la Procura di Brescia aveva già aperto un fascicolo, hanno persino aggravato la portata della tragedia di poche ore prima: l'esito del test alcolemico del camionista di 42 anni è risultato positivo. Così ieri l'uomo è stato arrestato per omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza e si trova ora piantonato all'ospedale Civile di Brescia in attesa della convalida.

Diplomato in un centro di formazione di Brescia, Cristian viveva con i genitori nel capoluogo lombardo e faceva parte di Vallecamonica Kickboxing Italia. Il team dilettantistico ha espresso sulla propria pagina social il cordoglio per la scomparsa del giovane sportivo. «Un ragazzo esemplare di sani valori, agonista allievo del nostro coach Luciano Villetta che l'ha cresciuto come un figlio - si legge nel sito -. Da tutti noi le più sentite condoglianze alla famiglia al tecnico e a tutti quelli che come noi lo hanno conosciuto. Che la terra ti sia lieve Cri».

Ma colpita dallo schianto è tutta la comunità bresciana, che darà l'addio al ragazzo domani mattina al villaggio Violino di Brescia. «Come può essere morto così?» si dispera in lacrime sul luogo dello schianto uno dei titolari dell'azienda in cui lavorava Cristian, come riporta Il Giornale di Brescia. Il 20enne lavorava nel mobilificio del Bresciano da un anno e in breve tempo era diventato parte della squadra nell'entusiasmo generale. Il padre l'aveva spinto a iniziare la nuova esperienza professionale lì e tutto sembrava andare per il verso giusto. Fino alle 17.

30 di quel maledetto lunedì.

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