
Neanche quando venne interrogato Berlusconi la Procura di Milano era così blindata. Il momento topico del disastro che ha investito la giustizia ambrosiana, con i pm-indagati Fabio De Pasquale e Paolo Storari interrogati dal Consiglio superiore della magistratura in trasferta al nord, deve avvenire lontano da sguardi indiscreti. Corridoi e scale chiuse, carabinieri a bloccare i varchi. Come se evitando la pubblicità si alleggerisse di un'oncia la gravità di quanto è accaduto.
Sul tavolo c'è da decidere la sorte di De Pasquale, procuratore aggiunto, uno degli uomini più potenti della Procura; e del soldato semplice Paolo Storari, che contro De Pasquale e la sua gestione dei processi all'Eni è partito con furia donchisciottesca. Sono finiti tutti e due nei guai: De Pasquale con l'accusa di avere nascosto prove che scagionavano Eni, Storari per avere passato illegalmente a Piercamillo Davigo le carte che facevano capire come i testimoni usati da De Pasquale fossero dei conclamati ciarlatani. I guai di De Pasquale e Storari viaggiano su tre binari: c'è l'inchiesta penale a Brescia, c'è il procedimento disciplinare. E poi c'è la terza strada, più blanda ma anche più insidiosa, imboccata dal Csm per cercare di disinnescare il caso Milano: la procedura di trasferimento per incompatibilità. Nelle settimane scorse è stata notificata a entrambi l'avvio di una procedura per la rimozione dall'incarico.
È quest'ultima procedura che ieri porta una intera commissione del Consiglio - la prima, presieduta dal pm palermitano Nino Di Matteo - in missione a Milano. I due vengono sentiti a lungo, assistititi da loro legali. Una serie di interrogatori erano già stati fatti prima dell'estate. Ma poi, a quanto si capisce, il Csm si è spaccato. Le correnti di centro e di destra, Unicost e Magistratura Indipendente, erano convinti della necessità di mandare un segnale forte, cacciando De Pasquale dalla carica di procuratore aggiunto; ma Area, ovvero la sinistra, si è opposta risolutamente. D'altronde il baffuto pm per un pezzo di magistratura è l'eroe dei processi a Berlusconi, l'unico che ha ottenuto la condanna del Cav. Farlo fuori non è facile. Ma quanto emerso in queste settimane sulla sua gestione dei processi ai vertici Eni è difficile da insabbiare.
Con la missione di ieri a Milano, il Csm sembra preparare una doppia botta, bilanciando il provvedimento contro De Pasquale con quello contro Storari: di fronte al gigantesco pasticcio, si colpiscono i due più esposti dei fronti in lotta. Certo, per dichiarare Storari incompatibile con la Procura milanese ci sarà da superare l'ostacolo della raccolta di firme con cui quasi all'unanimità i suoi colleghi sono intervenuti in sua difesa.
Ma la Procura di Milano è ormai da mesi senza capo, il 15 febbraio il Csm affronterà la delicata nomina del successore di Francesco Greco. Presentare al nuovo capo una Procura epurata dai reprobi potrebbe essere l'unico modo per svelenire il clima e guardare con fiducia al futuro.
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