Il Csm nel caos sulla guida di Roma. E oggi anche Lo Voi può tornare in gioco

Il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso del procuratore di Palermo, la vittoria dopo il sì a Viola è scontata. Prestipino sempre più in bilico. Una sua riconferma sarebbe una forzatura

Il Csm nel caos sulla guida di Roma. E oggi anche Lo Voi può tornare in gioco

Lo schiaffo al Csm brucia e, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che delegittima il procuratore di Roma Michele Prestipino, bisogna correre ai ripari. Ma le strade sono diverse e la scelta, alla fine, torna ad essere politica.

L'eterno scontro tra il Csm, geloso della sua discrezionalità sulle nomine e la giustizia amministrativa che la insidia continuamente, stavolta tocca uno dei suoi punti più alti. Perché con la sentenza di due giorni fa la partita non si chiude, ma ce n'è un'altra che peserà sulla conclusione della vicenda.

Oggi, infatti, il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sospensiva richiesta da Prestipino della sentenza del Tar del Lazio, che ha dato ragione all'altro magistrato in gara nel 2020, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e che sarebbe immediatamente esecutiva. Cioè imporrebbe al Csm di rivalutare le domande del concorso e pronunciarsi nuovamente sul successore di Giuseppe Pignatone nella Capitale. Palazzo Spada potrebbe concedere la sospensiva ma riservarsi di entrare nel merito della vicenda, rinviando la pronuncia. Che potrebbe arrivare anche tra un mese.

La quinta commissione di Palazzo de' Marescialli attende la comunicazione ufficiale della sentenza su Viola da parte dell'Avvocatura dello Stato e sempre oggi discuterà per la prima volta della situazione creatasi a Piazzale Clodio. Ma sarebbe orientata ad aspettare anche la decisione su Lo Voi, che se fosse anch'essa positiva farebbe tornare in campo il procuratore di Palermo. In teoria potrebbe già procedere per Viola, ma rischierebbe di dover tornare sui suoi passi dopo la nuova sentenza su Lo Voi. Fuori dai giochi il terzo contendente, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, non solo perché il suo ricorso è stato respinto dal Tar, ma perché è sotto procedimento disciplinare per una brutta storia di molestie ad una collega.

Nella sfida per Roma, dunque, ci sarebbe da un lato Viola, protagonista (inconsapevole) degli accordi dell'hotel Champagne, tra la corrente di Luca Palamara Unicost e quella di Cosimo Ferri Magistratura indipendente, comunque il più votato alla commissione del Csm nel 2019 ma escluso dopo lo scandalo Palamara, immotivatamente per i giudici amministrativi. E dall'altro lato Lo Voi, che ai tempi era il candidato sostenuto dalla sinistra di Area e anche dall'ex capo della procura romana, Giuseppe Pignatone, prima che la bufera Palamara cambiasse i giochi e lui puntasse su Prestipino.

In teoria, la quinta commissione potrebbe anche riproporre al plenum il nome dell'attuale procuratore di Roma, sarebbe un modo per resistere all'«intromissione» dei giudici amministrativi che hanno dichiarato illegittima la sua nomina, mentre il Csm si è schierato al fianco di Prestipino, giudicando «erronea, illogica e contraddittoria» la decisione del Tar laziale. Ai vizi amministrativi segnalati l'organo di autogoverno delle toghe potrebbe rispondere rafforzando la motivazione della nomina, per superarli e riaffermare la sua discrezionalità. In pratica, però, al Csm dicono che «la sentenza del Consiglio di Stato non lascia alcuno spazio». Prestipino, hanno sottolineato i giudici amministrativi, prima di approdare al vertice dell'ufficio requirente più ambito d'Italia, non aveva mai svolto incarichi direttivi ma era stato solo aggiunto, dunque aveva meno titoli degli altri.

Il Sistema di cui parla Palamara l'ha comunque portato in vetta, anche se ne era uscito il ras delle nomine. Evidentemente, era autosufficiente.

In caso di inadempienza del Csm c'è anche l'ipotesi che il Consiglio di Stato nomini un commissario ad acta, sarebbe l'apice di una storia iniziata male e che sta finendo peggio.

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