Csm spaccato: corsa a tre per la guida di Milano

Csm spaccato: corsa a tre per la guida di Milano

È uno scontro all'ultimo voto la scelta che si preannuncia all'interno del Consiglio superiore della magistratura sulla scelta del nuovo procuratore della Repubblica di Milano. Quella che fu la Procura di Mani Pulite, investita negli ultimi tempi da scontri interni senza precedenti, è senza guida dal novembre scorso, quando il capo Francesco Greco scorso è andato in pensione. Ieri finalmente la commissione incarichi direttivi del Csm affronta la pratica. E le speranze di andare verso una soluzione condivisa svaniscono. Chiunque sarà il nuovo procuratore, sarà scelto solo da una maggioranza, probabilmente risicata, del Consiglio.

La gara, finora con nove aspiranti, si riduce a tre nomi. Ma con la netta impressione che a giocarsi la nomina siano soprattutto due candidati di orientamento assai diverso e divisi soprattutto da una caratteristica: uno, Maurizio Romanelli, ha costruito tutta la sua carriera all'interno della Procura di Milano, dove è oggi procuratore aggiunto, e ieri ottiene il voto della corrente di sinistra, Area; l'altro, Marcello Viola, a Milano non ha lavorato un solo giorno in vita sua, fa il procuratore generale a Firenze, e ieri ottiene i voti dei conservatori di Magistratura Indipendente e di Sebastiano Ardita, anche lui moderato, ex «davighiano».

Da qua al voto finale del plenum del Csm, previsto per fine marzo, i giochi si annunciano assai aperti. Se, come appare logico, i consiglieri laici di centrodestra alla fine convergeranno su Viola, questi sulla carta potrebbe contare su dodici voti, uno in meno della maggioranza assoluta; Romanelli potrebbe arrivare a undici se anche i membri di diritto, cioè presidente e procuratore generale della Cassazione, si schiereranno con lui. Si potrebbe andare al ballottaggio, con il correntone di centro Unicost a fare da ago della bilancia: o a puntare sul proprio candidato, il procuratore di Bologna Gimmi Amato, come soluzione di mediazione.

Il tema vero è: per rimettere in sesto una Procura devastata come quella

milanese è meglio un Romanelli che ne conosce ogni aspetto, o un Viola o un Amato che arriverebbero senza avervi amici né nemici? Ê questa la vera risposta che, mettendo da parte i calcoli di corrente, è chiamato a dare il Csm.

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