Coronavirus

Il Cts vuole il pugno duro in tutta Italia. Ma Zaia: "Non decide per il Veneto"

Il Comitato tecnico-scientifico chiede misure più dure a livello nazionale. Ma il governatore leghista avverte: "La situazione è molto diversa da quando ci davano degli appestati"

Il Cts vuole il pugno duro in tutta Italia. Ma Zaia: "Non decide per il Veneto"

L'Italia si avvicina sempre di più verso la stretta. Questa mattina il Comitato tecnico-scientifico si è riunito d'urgenza su sollecitazione del governo, che si prepara a mettere in campo una nuova serie di misure restrittive per limitare la circolazione del Coronavirus alla luce della preoccupante situazione. Gli esperti si sono schierati contro l'ipotesi di un nuovo lockdown generalizzato, sposando invece la strada della differenziazione cromatica tra le Regioni. Dunque per il Cts la strada giusta resta il sistema a fasce e gradualità, ma tutte le regole - per ogni livello - dovranno essere inasprite. Uno dei suggerimenti forniti all'esecutivo riguarda la possibilità di istituire da subito zone rosse in tutta Italia nei fine settimana, come avvenuto nelle vacanze di Natale, fino a che l'incidenza non scenderà di molto. In tal modo si potrebbe riprendere il contact tracing che sarà possibile solo se si raggiungeranno i 50 casi per 100mila in 7 giorni, ovvero la soglia minima per un completo tracciamento. Sarebbe inoltre passata la linea dell'automatismo nella collocazione in zona rossa per le Regioni o per i territori in cui l'incidenza dell'epidemia dovesse superare i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti.

Le reazioni

L'idea di un pugno duro nei weekend e di un rafforzamento delle misure pure per le zone gialle non ha trovato piena condivisione in Luca Zaia, il quale tiene a precisare che per il momento la prevenzione "non ha segnalato situazioni che richiedano la necessità di istituire micro zone rosse". Il governatore del Veneto ha sì riconosciuto la pericolosità della situazione in alcuni territori del nostro Paese, ma ha lanciato un chiaro avvertimento: "Mi è difficile commentare. Di certo il Cts in questa fase non scrive provvedimenti per il Veneto, perché la situazione è molto diversa da quando ci davano degli appestati".

Ora spetterà al governo decidere nelle prossime ore il peso dell'inasprimento delle nuove norme, tenendo in considerazione le osservazioni fatte dal Cts. In questi giorni si è parlato dello stop ai negozi almeno in quei luoghi dove sono chiuse le scuole, così da evitare che i ragazzi possano ritrovarsi nei centri commerciali il pomeriggio dopo aver fatto lezione a distanza da casa. Tra le altre opzioni anche quella di anticipare il coprifuoco, attualmente fissato dalle ore 22 alle 5 del mattino, alle 19 o al massimo alle 20. Era stata paventata pure l'ipotesi di una "super zona rossa" di 3 settimane, ma una serrata generale a livello nazionale senza alcuna differenziazione sembra essere stata scongiurata. Bisognerà comunque accelerare sul fronte dei vaccini. "La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana", ha dichiarato ieri il premier Mario Draghi.

Nel pomeriggio si potrebbero riunire attorno al tavolo i capidelegazione dei partiti con i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini per riscrivere il Dpcm, ma i tempi potrebbero non essere brevi: prima vanno ascoltati i presidenti di Regione che, come riporta Il Messaggero, "non sembrano disposti a farsi sfilare le competenze ricevute di recente in materia di chiusura".

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