Curry razzista: l'ultima follia dei "corretti"

"Let's have a curry tonight?". Andiamo a mangiare indiano, stasera? Proibito, da cancellare, i food blogger inglesi vogliono togliere dal vocabolario, il loro, il sostantivo curry che ha l'odore delle colonie

Curry razzista: l'ultima follia dei "corretti"

«Let's have a curry tonight?. Andiamo a mangiare indiano, stasera? Proibito, da cancellare, i food blogger inglesi vogliono togliere dal vocabolario, il loro, il sostantivo curry che ha l'odore delle colonie, nel senso dei Paesi che fanno parte dell'Impero. Ora sarebbe opportuno che i suddetti blogger si informino meglio perché la parola incriminata è inglese e niente affatto di origine indiana là dove si utilizzano altri tipi di spezie, dalla curcuma al coriandolo, dal ginger cioè zenzero al pepe o chiodo di garofano. Il curry è una polvere di spezie e sono stati gli inglesi a importarlo dalla Cina in India, anzi trattavasi di foglie di curry che in seguito sono diventate appunto polvere di. Secondo altri studiosi l'etimo sarebbe comunque indiano da karl che starebbe per zuppa. Risulta che in occasione della seconda guerra mondiale i soldati di Sua Maestà ma anche quelli dell'Imperatore giapponese, si nutrissero, tra le altre cibarie, anche di curry mai pensando di offendere gli indiani e affini, anche perché le spezie venivano ordinate dai più ricchi del Paese e a loro portate in tavola dai servi. Ora che si ritenga razzismo mettere in menù un riso al curry sta a significare come ormai siano saltate le marcature e l'intelligenza abbia superato il limite della decenza. Per la proprietà transitiva e in questo caso dei «nasi comunicanti» dovrebbe essere proibito, sempre sull'isola di Sua Maestà, il black pudding, quella salsiccia che fa parte del full english breakfast e che, per la presenza di carne di maiale potrebbe offendere i fedeli di religione musulmana per non dire del Bedfordshire blanger che, oltre al maiale è ricoperto di farina e di sego, quando, correva il secolo diciannovesimo, si voleva evitare che le mani unte e lerce dei lavoratori toccassero quel cibo. Si potrebbe proseguire con una lista da mensa aziendale ma questo sfinirebbe i food blogger che sono una specie di influencer del cibo, figure di grandissima moda e tendenza che conoscono il kamasutra della cucina ma spesso nulla sanno della prima posizione, come si accende un fuoco, quali pentole utilizzare. Ma questa, forse, è invidia o gelosia, sta di fatto che la parola curry vive e lotta assieme a noi.

Nessuno di noi ha mai pensato di confondere una spezia con un'altra, chi lo fa l'aspetti, tra il pepe e la curcuma tra il curry e la noce moscata non ci sono parentele e il Sud Est Asiatico è soltanto un riassunto geografico per quel tipo di sostanze aromatiche.

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