Dà la vita per salvare i suoi cani

Dà la vita per salvare i suoi cani

C'è chi rimane ucciso da un fulmine sulla spiaggia e c'è chi muore battendosi contro un cinghiale che, a sua volta, si difendeva dal possibile attacco dei suoi cani.

È quanto accaduto in contrade Ferla e Mollo, tra Gratteri e Cefalù, provincia di Palermo, dove Salvatore Rinaudo, 77 anni, ha trovato la morte, mentre la moglie Rosa, 73 anni, è ricoverata all'ospedale di San Raffaele Giglio, a causa delle ferite alle gambe e all'addome. Racconta la signora Rosa che il marito era uscito, come faceva ogni mattina, con i cani per una passeggiata e, mentre era ancora nel suo podere, avrebbe avvistato un gruppetto di cinghiali. Probabile che i cani si siano avvicinati con l'intento di cacciarli dal loro territorio, suscitando la reazione di un grosso maschio adulto che, a sua volta, li ha attaccati. A questo punto Salvatore, visti in pericolo i suoi cani, si sarebbe avvicinato per portarli al sicuro dirigendo su di sé l'attenzione del grosso suino selvatico. Nel frattempo, la signora Rosa ha udito, dall'interno dell'abitazione, rumori e urla inconsueti e si è precipitata verso la loro sorgente, urlando a sua volta e alimentando così ulteriormente l'aggressività dell'animale, che ha ferito in modo letale l'uomo e in modo lieve, per fortuna, la donna.

Per le ferite inferte al povero Salvatore non c'è stato niente da fare. Se verrà disposta l'autopsia, sapremo se effettivamente l'anziano sia morto direttamente a causa delle lesioni o per la concomitanza di altri motivi, ma poco importa. Adesso è il momento delle polemiche, delle lamentele, delle accuse e delle scuse con l'aggiunta di un po' di uno sport che ci vede sempre sul podio: lo scaricabarile. «Ora il tempo è scaduto», attacca il presidente del Parco delle Madonie, Angelo Pizzuto. «Ho partecipato a decine di riunioni in cui abbiamo proposto, fin dal 2010, l'unico sistema ritenuto idoneo a frenare il proliferare di questi animali ibridi inselvatichiti, e cioè l'abbattimento selettivo, sul quale abbiamo anche riscosso il favore delle autorità, ma finora nulla è cambiato».

Gli fa subito eco Rosario La Punzina, sindaco di Cefalù: «Da tempo chiediamo che la Regione vari una legge per l'abbattimento controllato di una fauna, quella dei suidi, che, cresciuta a dismisura, danneggia le colture e, soprattutto, incute timore negli abitanti». Ed ecco pronta la dichiarazione di Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia: «Premesso che i parchi attualmente godono di gestione autonoma, occorre definire immediatamente un piano di messa in sicurezza, insieme ai direttori dei parchi, per tutte le aree fruibili dai cittadini. Nella giunta di lunedì delibereremo in tal senso». La Coldiretti accusa, a sua volta, di troppo lassismo le autorità: «Nella nostra proposta di legge già presentata al governo regionale, sono previste le azioni di tutela del territorio, la prevenzione e il controllo, il risarcimento dei danni e le azioni di contenimento. Una nuova norma potrebbe evitare disgrazie simili e incrementare la fruibilità dei parchi, elemento fondamentale per il nostro turismo».

Per il WWF, dietro ai cinghiali si nasconderebbe un florido business. «Vero che sono troppi, ma non condividiamo il modo in cui si vuole contenere la loro popolazione. Attorno al cinghiale c'è un mercato nero che vale centinaia di migliaia di euro: per un cinghiale abbattuto legalmente, ce ne sono almeno due abbattuti illegalmente». Sono certo che, di fronte a una rarissima per quanto tragica fatalità, presto assisteremo all'uso dei «lunghi fucili».

In Trentino, tanto per fare un esempio, dopo averli reintrodotti, ora

vogliono gli orsi morti. Sugli Appennini, volonterosi carnefici oliano ogni giorno le tagliole per i lupi, i cinghiali e i caprioli sono troppi. Ma chi ha fatto tutto 'sto casino se non quel pasticcione dell'uomo stesso?

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