Uno schiaffo all'Europa, oltre che all'Iran. E la prova del ritorno di una relazione privilegiata tra Stati Uniti e Israele. Annalisa Perteghella, responsabile del desk Iran per l'Ispi, l'istituto per gli Studi di Politica internazionale, spiega che l'uscita di scena degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare «è soprattutto la dimostrazione dello scarso valore che il presidente americano attribuisce all'alleanza con l'Unione europea».
Trump ha seguito Israele e ignorato l'opera di persuasione della Ue.
«Il presidente americano vuole ritagliarsi un proprio ruolo, quello di migliore negoziatore rispetto al predecessore Obama e all'ex segretario di Stato Usa John Kerry. È la vittoria dei falchi dell'amministrazione statunitense. Netanyahu provò a mettere in guardia gli Stati Uniti sull'Iran già nel marzo 2015, ma allora alla Casa Bianca c'era Obama e l'intesa con Teheran alla fine fu firmata a luglio».
Cosa è cambiato adesso?
«Ha vinto la linea dei falchi. E un ruolo importante lo hanno giocato i due recenti ingressi nell'amministrazione Trump, il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton».
La linea dura di Trump potrebbe funzionare come con la Corea del Nord?
«Questo è il calcolo di Trump. Linea dura per ammorbidire i regimi più duri. Ma l'Iran non è la Corea del Nord. Già nel 2015 Teheran è scesa a compromessi rinunciando al programma nucleare per fini militari. Non è più disponibile a tornare al tavolo. Per il regime, a questo punto, salvare la faccia conta tantissimo e sarà difficile che cederà, si sente profondamente umiliato».
La mediazione europea ha fallito. Putin si è detto preoccupato per l'uscita degli Usa dall'intesa. Questo dossier potrebbe riavvicinare Unione europea e Russia?
«Potrebbe essere un effetto collaterale. Sia Ue sia Russia rimangono a questo punto decisive per implementare l'accordo e così anche la Cina. Già lunedì ci sarà l'incontro tra i 4+1 (Francia, Regno Unito, Russia, Cina più la Germania) e se il dialogo funzionerà e porterà a misure che riusciranno a tenere in vita l'accordo, potremmo trovarci di fronte a una prima intesa che sposta gli equilibri politici mondiali a favore di Cina e Russia».
L'Iran ha effettivamente mentito sul nucleare?
«Che l'Iran usasse il programma nucleare a fini militari era un segreto di Pulcinella. Ma è il motivo per cui è stato negoziato l'accordo».
Che succede adesso?
«Il problema peggiore dell'intesa saltata con gli Usa è che mette effettivamente a repentaglio l'accordo che impediva all'Iran di sviluppare il programma nucleare. Teheran potrebbe decidere di riprendere le attività».
Il presidente iraniano Rohani ha detto che l'arricchimento dell'uranio potrebbe ripartire.
«L'accordo sta funzionando, l'Iran sta azzerando il suo arsenale nucleare e anche l'Agenzia per l'energia atomica ha visto progressi. Teheran si è detta disponibile a tenere in vita l'intesa se restano Unione europea, Cina e Russia e se potrà continuare con le relazioni economiche».
Trump ha annunciato il ripristino di sanzioni durissime.
«L'annuncio di Trump lascia presagire che saranno dure e che cercherà di colpire anche le imprese europee per impedire che la Ue possa continuare a implementare l'accordo. L'Unione europea cercherà di mettere in atto misure per schermare le proprie imprese. Bisogna vedere se ci riuscirà, si apre un periodo di negoziati per cercare di avere esenzioni per le imprese europee che operano in Iran».
Trump ha già messo le imprese europee di fronte a un aut aut perché interrompano le relazioni economiche con Teheran.
«Ora la palla passa alla trattativa Usa-Europa. Se un'impresa europea dovesse trovarsi a scegliere fra il mercato Usa e quello iraniano non avrebbe dubbi. Se tornerà l'embargo totale sul petrolio e il totale isolamento, l'accordo imploderebbe».
Un duro colpo alle nostre imprese.
«Durissimo, siamo il principale partner commerciale dell'Iran».
Chi sarebbe l'interlocutore privilegiato europeo con Trump?
«Certamente Macron, che con il presidente americano è riuscito a instaurare un dialogo, anche se senza frutto. Non è un mistero che Trump e Merkel, invece, non abbiano grande considerazione l'uno dell'altro».
Cosa cambia adesso negli equilibri interni in Iran?
«L'uscita degli Usa dall'accordo gioca a favore degli ultraconservatori che si oppongono al presidente Rohani. L'intesa è stata il principale successo di Rohani, che ora potrebbe essere messo in seria difficoltà dai radicali».
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