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Dai centri sociali ai No Pass: infiltrati tra i giovani in piazza

Presidi e sindacati di polizia: proteste strumentalizzate Torino, il ruolo di Askatasuna: 16 antagonisti fermati

Dai centri sociali ai No Pass: infiltrati tra i giovani in piazza

Cominciata con gli studenti di tutta Italia in piazza per dire no all'alternanza scuola-lavoro e ai due scritti dell'esame di maturità e finita, venerdì, con un violento assalto alla sede di Confindustria a Torino e sette uomini delle forze dell'ordine feriti. Una protesta pacifica degenerata, quella della scuola, con una ventina di ragazzi vicini ai centri sociali identificati dalla Digos e denunciati per violenza e lesioni. Come negli scorsi cortei del 23 e del 28 gennaio, difficile non pensare a infiltrati in cerca dello scontro che strumentalizzano la lotta degli studenti. È questa la ricostruzione del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha condannato le violenze mettendo in guardia i giovani dal pericolo che queste facciano passare in secondo piano le legittime aspettative portate in piazza.

Anche se gli studenti negano («Nessun infiltrato tra noi»), nella loro stessa Consulta c'è chi si lamenta perché «queste azioni rendono vane le nostre idee e i nostri buoni propositi» e parla di «manifestazione strumentalizzata» e chi invece rivendica la lotta contro l'alternanza («giusta e necessaria») e in risposta a chi si è dissociato dagli eventi di Torino si affretta a precisare che «la Consulta non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in proposito».

Qualche risposta arriva dalle immagini della Digos, che mostrano i militanti di Askatasuna - il centro sociale di Torino che il senatore azzurro Maurizio Gasparri vuole far chiudere con un'interrogazione urgente - distribuire le uova con la vernice da tirare contro la palazzina dell'Unione Industriali. Tra i denunciati sedici giovani sono proprio militanti di Askatasuna e molti di loro erano in prima fila anche nei disordini del 28 gennaio sempre a Torino. Altri due sono attivisti del collettivo «Osa» e un altro è uno dei leader del Fronte della Gioventù Comunista. Chi conosce bene cosa si muove dietro le quinte delle proteste di piazza, come Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, ritiene «sbagliato minimizzare e semplificare gli eventi di questo genere riducendo tutto a un presunto tentativo di soffocare il legittimo dissenso». «Il fenomeno delle infiltrazioni criminali in ogni genere di manifestazione di dissenso è ormai endemico», osserva. La stessa conclusione di chi, come i presidi, sa bene che le lotte degli studenti sono altra cosa. «Bisogna distinguere quanto è manifestazione studentesca e quanto è strumentalizzazione, da parte delle forze esterne ai movimenti studenteschi. È evidente che a Milano, Roma, Torino gli studenti erano trainati da altre forze», dice Cristina Costarelli, presidente dell'associazione nazionale presidi del Lazio.

Lo stesso si potrebbe dire della manifestazione di ieri a Milano degli studenti universitari contro il green pass e le misure di contenimento della pandemia. Erano circa 800, partiti da piazza Leonardo Da Vinci, davanti alla sede del Politecnico, arrivati anche da altre città. Un mix di studenti, di sigle della galassia di associazioni contrarie al passaporto sanitario e all'obbligo vaccinale, ma anche anarchici, ex brigatisti come Paolo Maurizio Ferrari, uno dei leader della protesta milanese No green pass, membri dei Carc e sindacalisti. I manifestanti, avrebbero voluto sfilare in corteo, ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa in via Pascoli. Il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, ritiene positivo che gli studenti si confrontino su temi che riguardano il mondo della scuola.

«Altra cosa - dice - è farsi strumentalizzare da facinorosi e violenti, come purtroppo accaduto venerdì in diverse piazze italiane».

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