Tutti economisti purchè pacifisti

Dai nuovi Cinque Stelle ai soliti noti del Pd

Tutti economisti purchè pacifisti
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Il capo cambia di volta in volta. Il branco di intellettuali di sinistra si muove invece come un plotone di esecuzione. Individua un obiettivo e inizia il bombardamento (mediatico). Gaza, Trump, Orban. Oggi tocca alla Nato. È un crescendo di messaggi, appelli e corsivi, lenzuolate e interventi in tv. Nel dettaglio si contesta la decisione assunta al vertice dell'Aia di portare le spese per la difesa (con tre conflitti aperti) entro il 2035 dal 2 al 5 % del Pil. Un impegno che per l'Italia comporterà un investimento economico di 600 miliardi di euro in 10 anni. Il branco subito fiuta la preda. E parte all'attacco: "600 miliardi tolti al welfare", è il copione che tutti recitano (quasi a memoria). Senza verificare il fondamento delle affermazioni. Il branco è un frutto misto: giornalisti, intellettuali ed economisti. L'ordine di scuderia è bastonare il governo Meloni perché spende soldi per la nostra (e loro) sicurezza. C'è anche un altro elemento che accomuna il branco: il sanchismo. Va di moda l'emulazione del premier spagnolo Pedro Sanchèz, che come Meloni però ha firmato l'impegno Nato. Però il plotone d'intellettuali lo eleva a modello. Il primo è Gad Lerner: Viva il governo spagnolo, l'unico che dice la verità contro l'aumento al 5 % delle spese militari". Immancabile il caffè di Massimo Gramellini: "Rutte libero". Dove Rutte sta per Mark Rutte, segretario generale della Nato. Nel corsivo è un susseguirsi di battute e accuse al segretario Nato, colpevole di aver assecondato i desideri di Donald Trump e aver costretto gli Stati Nato (Italia compresa) a sostenere i costi per la difesa. Nel suo podcast (Circo Massimo) Massimo Giannini non si sottrae al coro di accuse contro Meloni. Stavolta, anche il sempre lucido Massimo Cacciari si unisce al coro. Si accoda al branco anche Carlo Cottarelli. La tentazione è troppo forte.

In un'intervista al Fatto Quotidiano di Marco Travaglio l'ex senatore dem (oggi opinionista economico) si lancia nell'invettiva: "Le dimensioni dell'aumento della spesa sono eccezionali. Un aumento della spesa ingiustificato, l'ultima volta che abbiamo speso il 3.5 del Pil era il 1954". Luciano Canfora definisce il "governo italiano il cameriere degli Stati Uniti".

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