L'ultima follia di D'Alema: "I talebani non sono terroristi"

Secondo Massimo D'Alema sarebbe una "stupidaggine" definire i talebani come un gruppo terroristico, quando, in realtà, sono "un movimento politico, come Hezbollah e Hamas"

L'ultima follia di D'Alema: "I talebani non sono terroristi"

“Definirli terroristi è una stupidaggine”. L'ex premier ed ex ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, intervistato dal quotidiano Domani, non nutre alcun dubbio sui 'nuovi' Talebani che hanno preso il potere in Afghanistan.

Il lìder Maximo della sinistra spiega:"I Talebani sono un movimento fondamentalista, violento e intollerabile per i comportamenti contro le donne e contro le minoranze, ma credo sia sbagliato definirli un gruppo terrorista" tant’è vero che “gli americani parlano con i Talebani ininterrottamente dal 2018″. D'Alema, nel suo ragionamento, fa una distinzione netta tra l'Isis che, effettivamente è "un gruppo terrorista" e i Talebani che accomuna più a "un movimento politico, come Hezbollah e Hamas". D'Alema, però, forse dimentica che il movimento libanese Hezbollah, come si può leggere sul sito della Luiss è considerato un’organizzazione “terroristica” da Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada e Israele, nonché dal Gulf Cooperation Council (GCC) e dalla Lega Araba. Stessa cosa vale per Hamas, l'organizzazione politica e paramilitare palestinese che è stata definita un gruppo terrorista non solo dagli Usa, da Israele, dal Canada e dal Giappone, ma dal 2019 anche dall'Unione Europea.

D'Alema, inoltre, difende l'ex premier giallorosso: "Solo da noi si poteva sviluppare un dibattito surreale come quello sulle parole di Giuseppe Conte. Il vero problema è come parlare con i Talebani senza che questo significhi un riconoscimento formale della legittimità del loro governo”. Il dialogo, quindi, risulta necessario "per evitare una catastrofe umanitaria e per cercare di esercitare il massimo di condizionamento possibile". Qualora si intensificasse o si ufficializzare maggiormente questo dialogo col nuovo governo talebano, bisognerebbe tener conto che al suo interno sono presenti anche personalità che sono ricercate dall'Occidente in quanto torroristi.

Per quanto riguarda l'attentato alle Torri Gemelle, invece, D'Alema chiarisce che "non fu opera dei Talebani ma di una élite araba, per lo più saudita, che era finita sulle montagne dell’Afghanistan perché lì l’avevano portata gli americani, che avevano favorito la creazione di un movimento di volontari islamici per combattere contro i sovietici”. In conclusione “la preparazione politico-militare del campo fondamentalista dunque è stata fatta dall’occidente, perché i fondamentalisti erano i principali alleati in chiave anticomunista e antisocialista araba”. D'Alema, infine, fa un'analisi accurata degli errori dell'Occidente e spiega che, dal punto di vista militare, qualche risultato è stato anche ottenuto, ma "l’idea che attraverso l’espansione della democrazia nel mondo islamico si sarebbero costruiti anticorpi in grado di debellare il fondamentalismo antioccidentale e il terrorismo" si è rivelata un fallimento. A fallire è stata soprattutto "l’idea che la democrazia si possa esportare”. Ma non solo."Sono fallite anche le primavere arabe, che era l’espansione della democrazia sull’onda di un movimento popolare", sentenzia D'Alema secondo cui"l’omologazione culturale non funziona”. Anche in questo caso, se da un lato è forse vero che l'esportazione della democrazia in Afghanistan non ha avuto gli esiti sperati è anche vero che, in questi ultimi vent'anni, la mortalità infantile in questo Paese si è notevolmente ridotta e le condizioni di vita delle donne sono notevolmente migliorate.

Il nuovo governo talebano, infatti, ora, si trova a non poter impedire alle donne di frequentare le università e a dover fronteggiare le proteste di piazza di giovani coraggiose che non intendono indietreggiare rispetto alle conquiste ottenute.

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