D'Alema minaccia la scissione: "Pronti a ogni evenienza"

Massimo D’Alema, dal palco dell'assemblea nazionale dei comitati del No riuniti a Roma, lancia la sua sfida a Matteo Renzi: "Serve una nuova leadership"

D'Alema minaccia la scissione: "Pronti a ogni evenienza"

"Siamo qui per riorganizzare le forze di quanti sono andati a votare al referendum costituzionale e prima non votavano. Noi ci rivolgiamo a quanti non vanno a votare”. Massimo D’Alema, dal palco dell'assemblea nazionale dei comitati del No riuniti a Roma, lancia la sua sfida a Matteo Renzi e ai renziani per la costruzione di un “centrosinistra largo”.

"Questa è una riunione di lavoro: non è una riunione del No. Il No non c'è più, quel dibattito è chiuso. Ci rivolgiamo – ha detto D’Alema - anche a quei cittadini che hanno votato Sì, in buona fede. Quel dibattito è concluso, anche perché l'hanno concluso 20milioni di cittadini”. L’intento è quello creare un movimento senza stampare tessere. “Io suggerirei anche che si raccolgano fondi per i comitati" che devono essere "in grado di lavorare e pronti alle evenienze che potranno esserci", ha detto ancora l’ex premier. Tradotto: per ora restiamo nel Pd ma, se serve, avremo già i soldi per cominciare una nuova avventura politica. Al momento è necessario che Renzi si faccia da parte."Non si cambia politica se non si cambia leadership", ha detto D'Alema che ricorda il fallimento delle politiche renziane: dalla riforma elettorale a quella costituzionale, da quella della pubblica amministrazione alla Buona Scuola. Una bocciatura in piena regola certificata dall’esito del quesito referendario del 4 dicembre scorso: "L'82 per cento dei giovani ha votato No al referendum. Basterebbe questo a dire che bisogna convocare un congresso straordinario in un partito che abbia, non dico consenso, ma buon senso”.

L’ex segretario dei Ds ha, poi, criticato chi ha detto che la sentenza della Consulta ha salvato l’impianto dell’Italicum. "Non so se il riso o la pietà prevale", aggiungendo che “è difficile anche aprire il dibattito in questi casi, arriva uno in camice bianco. Noi abbiamo la responsabilità di correre in soccorso di un gruppo dirigente che sembra aver smarrito il senso della regione". "Bisogna mettere mano con serietà alla legge elettorale. Altrimenti l'unica forma di governo è un inciucione dai confini inimmaginabili. Pd e Forza Italia – ha spiegato D’Alema - non faranno maggioranza, neppure con l'accordo che probabilmente hanno garantiscono un governo" e si corre il rischio di avere un esecutivo "M5S-Lega”. D’Alema chiede di ripartire dalla loro proposta di riforma elettorale per poi “trovare un compromesso in Parlamento per scrivere una legge che coniughi rappresentanza e governabilità, senza precipitare il governo negli esiti di un voto immediato che inevitabilmente produrrebbe un inciucione".

A tal proposito, parlando del Pd, ribadisce la necessità che torni a essere"una forza intorno alla quale si possa riunire un centrosinistra largo" e non si vada dunque alle elezioni "con una lista che sia oltre il Pd ma non con il listone già fallito di Pisapia-Alfano”. "Abbiamo rotto con il nostro popolo. Il processo non è iniziato adesso ma non c'è dubbio che la politica dei governi negli ultimi due anni ha accelerato in questa direzione". Ha spiegato D'Alema chiedendo: “Che deve fare il centrosinistra in questa situazione? Precipitare verso elezioni? Con quale programma? Con quale sistema di potenziali alleanze. Vedo che il presidente del Pd ha detto entro dieci giorni o fate la legge che vogliamo noi o si vota subito. Con quale programma? Con quale idea di governo? Io sono sconcertato". È pertanto necessario indire subito un congresso per cambiare direzione altrimenti “se invece ci troveremo di fronte alla sordità del gruppo dirigente, se prevarrà l'idea di correre al voto, una scelta di questo tipo renderebbe ciascuno libero".

“Alcuni di noi che ritengono di avere delle responsabilità verso la sinistra non sarebbero liberi, dovrebbero agire", dice rilanciando l’idea che aleggia per tutta la mattina nella sala: la scissione.

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