Coronavirus

Dalle bugie sul virus alle reticenze sul siero. Chi ha gestito (male) l'emergenza ora risponda

La Fondazione Hume inchioda politici e tecnici. Con 10 domande scomode

Dalle bugie sul virus alle reticenze sul siero. Chi ha gestito (male) l'emergenza ora risponda

La pandemia di Covid sta allentando la presa nel nostro Paese ma sono ancora molte le domande che non hanno trovato una risposta e che non possono essere lasciate in sospeso in modo che gli errori commessi non vengano ripetuti. Attraverso la Fondazione Hume è Luca Ricolfi a metterle sul tavolo del governo e di tutte le istituzioni, tecniche e politiche, che hanno gestito la crisi. I temi spaziano dal piano antipandemico alla sorveglianza nelle scuole, dalla sicurezza degli ambienti chiusi alla tempistica della terza dose. A due anni esatti dall'esplosione dell'epidemia (Codogno, 20 febbraio 2020), dopo oltre 150 mila morti, «è giunto il momento che chi ha gestito l'epidemia risponda alle tante domande che finora non hanno trovato una risposta», scrive Ricolfi, elencando i dieci quesiti ritenuti urgenti.

1. Perché, all'inizio della pandemia, è stato dichiarato che l'Italia era «prontissima» ad affrontare il virus, nonostante il piano antipandemico del 2006 non fosse stato attuato, e tanto meno aggiornato?

2. Perché, dopo aver preso in considerazione la chiusura immediata (primi giorni di marzo) della zona di Nembro e Alzano, si è rinunciato a metterla in atto?

3. Perché è stata completamente ignorata la lettera aperta degli scienziati italiani che, fin dal 29 marzo del 2020, avevano suggerito di sostituire ai lockdown prolungati il protocollo dei paesi orientali, basato su test di massa, tracciamento elettronico e quarantene vere (non in famiglia)?

4. Perché, almeno dopo il primo anno, non è stato creato un sistema di sorveglianza epidemiologica e allerta precoce nelle scuole?

5. Perché nel Comitato-tecnico-scientifico sono stati esclusi ingegneri e studiosi di qualità dell'aria?

6. Perché, nonostante le evidenze scientifiche disponibili fin dall'estate del 2020, è stata prima negata e poi trascurata la trasmissione aerea del virus?

7. Perché, anche dopo il riconoscimento della trasmissione aerea del virus da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (luglio 2020), il problema della messa in sicurezza degli ambienti chiusi non è mai stato affrontato in termini ingegneristici, ovvero garantendo, anche mediante la ventilazione meccanica controllata, la qualità dell'aria respirata?

8. Perché gli interventi di messa in sicurezza da agenti patogeni respiratori negli ambienti chiusi non sono rientrati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza?

9. Perché fino all'ultima parte del 2021 è stata negata la trasmissione del virus da parte dei vaccinati, salvo poi erroneamente considerarla trascurabile rispetto a quella dei non vaccinati?

10. Perché la somministrazione della terza dose del vaccino è iniziata solo a ottobre 2021 quando almeno da giugno, sempre dell'anno scorso, grazie ai dati proveniente da Israele, si conosceva la ridotta protezione temporale dei vaccini rispetto al rischio di contagio?

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