Questa non è una vera intervista. Intanto perché intervistare una delle nostre più illustri «compagne di strada» - come lei ama definirsi - ha in sé qualcosa di incongruo: lei non ha bisogno di un'intervista per comparire sulle nostre pagine. E poi perché da quando è stata designata dal premier Netanyahu prossima ambasciatrice di Israele in Italia, Fiamma Nirenstein è letteralmente sotto assedio e ancora un po' (piacevolmente, si capisce) frastornata al pensiero della nuova vita che l'attende. Così ha scambiato con noi qualche pensiero, e più che rispondere alle nostre domande ci ha trasmesso un po' dei suoi sentimenti attuali.
«È vero, in questo momento sono enormemente emozionata e mi sento umile e onorata al tempo stesso. Vengo da una famiglia ebraica di nonni polacchi e italiani, perseguitati e finiti in campo di concentramento: sono la nipote di Nedo Fiano che finì ad Auschwitz e per me Israele ha un senso molto forte. Rappresenta una grandissima vittoria dell'umanità intera contro il razzismo e la barbarie più stupidi e feroci. È un Paese che mantiene alta la bandiera dell'uguaglianza di tutti i suoi cittadini, nonostante l'assedio compatto e incredibile di chi ci è ostile».
Tu sei anche italiana, però...
«Amo moltissimo Israele anche da italiana, e pur sapendo che dovrò rinunciare alla cittadinanza del Paese in cui sono nata. Sono orgogliosamente diventata una italkim , un'israeliana con cuore italiano e sono molto contenta di far parte di questa speciale comunità».
Naturalmente rimani una giornalista.
«Lo sono e lo rimango fin nel profondo. L'idea di deporre la penna mi è estranea soprattutto perché conosco l'importanza del nostro lavoro. Raccontare la verità su Israele con voi “compagni di strada” prima alla Stampa e poi al Giornale è stata una ragione di vita. Penso che raccontare instancabilmente questa verità salvi Israele, ma non solo Israele, perché certi valori sono universali. Sono convinta che i miei articoli scritti in tanti anni abbiano dato un contributo importante».
Ti lasci alle spalle anche un'esperienza parlamentare.
«Sono contenta di averla vissuta e posso dire con soddisfazione che l'Italia ha svolto e sta ancora svolgendo un ruolo positivo contro l'antisemitismo a livello europeo. Ma anche che ha combattuto contro l'incomprensibile ostilità nei confronti dello Stato d'Israele».
E così una
giornalista nota per essere orgogliosamente schierata diventa una diplomatica...«D'ora in avanti mi concentrerò per poter svolgere al meglio il mio nuovo compito. Il senso della verità, ecco: quello rimarrà il mio faro».
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