Dazi, l'impatto sul Pil resta un'incognita. Pesa il rallentamento degli investimenti

Incertezza generalizzata e fiducia in calo anticipano la flessione dell'attività economica. Nodi debito e crypto

Dazi, l'impatto sul Pil resta un'incognita. Pesa il rallentamento degli investimenti
00:00 00:00

Le politiche commerciali protezionistiche dell'amministrazione Trump hanno cominciato a produrre danni ancor prima dell'effettiva entrata in vigore dei dazi. Ma, secondo la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), l'impatto vero si farà sentire più avanti, quando gli effetti delle tariffe si sommeranno a una serie di fragilità strutturali che già ora mettono a rischio la stabilità finanziaria e la sostenibilità del debito pubblico da parte dei singoli Stati.

L'allarme arriva dal Rapporto economico annuale dell'istituzione di Basilea che funge da raccordo tra le banche centrali del mondo. Una diagnosi che fotografa un sistema sotto pressione. "L'economia globale risentirà dell'impatto dell'alta incertezza ancor prima del pieno effetto dei dazi", si legge nel documento, che denuncia come imprese e famiglie stiano già rivedendo le loro scelte. Le prime rallentano gli investimenti, le seconde aumentano il risparmio per cautela.

I segnali anticipatori ci sono. "L'alta incertezza e la fiducia in calo di consumatori e imprese segnalano chiaramente un deterioramento in arrivo per l'attività economica", con una crescita attesa in peggioramento "per diversi Paesi". Il contesto è fragile: due guerre alle porte dell'Europa, un'economia che non ha ancora assorbito gli shock della pandemia e dell'inflazione energetica e un debito pubblico ai massimi storici in più economie avanzate.

Secondo la Bri, le debolezze preesistenti aggravano l'impatto delle tensioni commerciali. E includono "la frammentazione economica già in atto" e "le istituzioni finanziarie non bancarie meno regolamentate come hedge fund ed emittenti crypto". Il direttore generale Agustín Carstens invita a non abbassare la guardia: "Tutti governi, istituzioni finanziarie, banche centrali saranno fondamentali come forza stabilizzatrice" e dovranno "agire con decisione su più fronti per garantire la stabilità dei prezzi e promuovere una crescita economica sostenibile".

Il Rapporto elenca alcune sacche di rischiosità che richiedono attenzione. Prima fra tutte, il debito pubblico "senza precedenti", che impone di ricostituire margini di bilancio. Poi, i canali del credito privato che eludono la vigilanza bancaria e le strategie speculative degli hedge fund, definite relative value. Si tratta di operazioni che puntano a sfruttare differenze temporanee di prezzo tra strumenti finanziari simili, assumendo che col tempo torneranno in equilibrio. Anche se in teoria a basso rischio, queste strategie si basano spesso su elevata leva finanziaria: in contesti di mercato instabili questo può amplificare le perdite e innescare vendite forzate, con effetti sistemici.

Ma a preoccupare maggiormente la Bri sono i rischi connessi alla finanza crypto. Basilea guarda soprattutto alle stablecoin ancorate ai Treasury Usa come Tether e Circle che "hanno riserve significative in titoli di Stato statunitensi e forniscono una parte sostanziale di approvvigionamento ai mercati pronti contro termine". Secondo il documento, il loro "peso crescente solleva timori per la stabilità finanziaria, esponendo la finanza tradizionale agli alti e bassi dell'ecosistema crypto".

E avverte: "Se continuano a crescere, possono rappresentare rischi incluso quello di una corsa a svendere asset sicuri". Uno scenario potenzialmente esplosivo, dove uno shock nel mercato crypto "potrebbe portare a crolli significativi che potrebbero destabilizzare il corretto funzionamento del mercato" dei titoli di Stato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica