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De Bonis sogna il ministero dell'Agricoltura. Ma prese fondi agricoli senza avere i requisiti

Come racconta Il Tempo il senatore Saverio De Bonis è stato condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di 2.775 euro in favore della Regione Basilicata. Il motivo è legato ai fondi destinati ai "giovani imprenditori"

De Bonis sogna il ministero dell'Agricoltura. Ma prese fondi agricoli senza avere i requisiti

Aspirerebbe a entrare nella squadra di governo il senatore Saverio De Bonis, ex M5s ed ex Maie (Movimento associativo italiani all’estero) ora nel gruppo ultra-contiano del Maie-Italia 2023 e considerato uno dei "costruttori" che dovrebbe sostenere l’esecutivo per la rinascita dell'Italia.

Il parlamentare avrebbe, infatti, già espresso il suo gradimento per il posto da ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, quello lasciato libero dalla renziana Teresa Bellanova dopo le dimissioni presentate nelle settimane scorse. Ma le aspirazioni del senatore potrebbero evaporare come fiocchi di neve esposti al sole del deserto. Perché come racconta Il Tempo, De Bonis in passato non ha avuto i requisiti per partecipare a un bando per "giovani imprenditori" agricoli. Un passo falso che gli sarebbe costata anche una condanna dalla Corte dei conti.

Il mondo dell’agricoltura è ben conosciuto da De Bonis. Il senatore è componente della Commissione parlamentare Agricoltura e presidente della Associazione Grano Salus. Ma non solo. Perché lo stesso parlamentare è titolare dell'Azienda Agricola De Bonis. E, come spiega il quotidiano romano, è proprio in qualità di rappresentante legale della stessa società agricola che De Bonis è stato condannato dalla magistratura contabile al pagamento di 2.775 euro, in favore della Regione Basilicata.

Nella domanda di presentazione del progetto l’attuale senatore aveva dichiarato di essere un "giovane imprenditore", cioè di essersi insediato da meno di cinque anni. In questo modo avrebbe potuto ottenere punteggi e contributi superiori. Il suo progetto è stato ammesso per la spesa complessiva di 581.636,11 euro e per un contributo pubblico di 319.899,86 euro.

Nella sentenza (207/2018) della Corte dei Conti si legge che "...agli atti di causa risulta che il De Bonis ha dichiarato nella domanda di essere "imprenditore agricolo dal 7/11/2000 ed insediato da non oltre 5 anni", mentre dalla "visura storica dell'impresa" depositata in atti dal P.M., risulta iscritto presso la Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Matera come "Impresa Agricola (sezione speciale)" sin dall'8.1.1997, e risulta altresì data d'inizio dell'attività d'impresa 03/04/1996" relativamente all'attività di coltivazione di cereali. In altre parole il senatore non era in possesso dei requisiti per godere delle agevolazioni previste per i "giovani imprenditori agricoli". I magistrati, in sostanza, parlano di una ipotesi di "doloso occultamento".

Ma per il contiano di ferro i guai non finiscono qui. Il Tempo riporta anche che De Bonis è finito nel mirino dell'Ordine degli agronomi di Matera: il parlamentare, infatti, sarebbe stato etichettato come "agronomo" pur non avendone i titoli. In una lettera, lo stesso Ordine sottolinea di aver ricevuto "numerose richieste di chiarimento per il titolo diagronomo utilizzato per presentare il Sig. De Bonis...", precisando "che dall'albo unico nazionale non vi è presenza di Dottori Agronomi Forestali avente il nome De Bonis Saverio...".

Per il senatore un altro ostacolo sulla strada per diventare ministro.

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