
Una de-escalation tra Israele e Iran è ancora possibile e può essere il momento giusto per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza. In Italia è notte fonda quando, prima di lasciare le montagne di Kananskis, Giorgia Meloni tira le somme di un G7 che definisce "importante" e "complesso". Il summit canadese, d'altra parte, è caduto a pochi giorni dall'attacco israeliano a Teheran. Ed è stato caratterizzato da un Donald Trump che ha lasciato in anticipo il vertice per rientrare a Washington, mettendo nero su bianco che la Casa Bianca preferisce gestire in autonomia la guerra tra Israele e Iran piuttosto che condividere le sue scelte con i partner che siedono al tavolo del G7.
La premier, però, vede "spiragli". Sia sul fronte Iran, dove "è possibile uno scenario diverso in cui si arriva a delle negoziazioni" e quindi "all'obiettivo che tutti condividiamo, che è la rinuncia da parte di Teheran a essere una potenza nucleare". Sia su Gaza, perché - spiega - da tutti i leader con cui si è confrontata in Canada ha "trovato convergenza" sul fatto che si possa arrivare presto a un cessate il fuoco, un riferimento entrato anche nella dichiarazione finale del summit. Meloni ribadisce poi "il diritto di Israele a difendersi", perché la "minaccia è reale" e "dimostrata anche dagli ultimi rapporti dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica". E l'obiettivo "condiviso" al G7 è "evitare" che Teheran "diventi una potenza nucleare", altrimenti rappresenterebbe "una minaccia non solo per Israele ma per tutti noi". Certo, aggiunge, lo scenario ideale sarebbe un rovesciamento del regime degli Ayatollah da parte del "popolo oppresso", ma "si deve fare il pane con la farina che si ha". "Con la negoziazione - dice la premier - fino a ieri non si è riusciti. È possibile che oggi cambi lo scenario e noi dobbiamo guardare all'obiettivo, non a quella che è la nostra idea perfetta per ottenere quell'obiettivo".
Intanto, nelle ultime 24 ore l'ipotesi di un coinvolgimento diretto degli Usa diventa sempre meno remoto. Trump ha infatti lanciato all'Iran un "ultimatum definitivo" e ha spostato nell'Oceano indiano i bombardieri B-2. "Nel caso l'Italia metterebbe a disposizione le sue basi?", chiedono a Meloni durante il punto stampa a conclusione del vertice canadese. "Non posso rispondere adesso. Quando accadrà - dice la premier - convocheremo le persone che dobbiamo convocare e prenderemo le nostre decisioni". Ma è chiaro che, eventualmente, la risposta non può che essere sì, anche perché alcune delle basi presenti in Italia - tra cui Aviano, Ghedi e Sigonella - sono strategiche e sarebbe improbabile che non venissero coinvolte nelle operazioni.
Insomma, tutti attendono le mosse di Trump. E Meloni lo sa bene visto che ne ha parlato direttamente con il presidente americano durante il colloquio che hanno avuto a Kananaskis. Pochi dubbi, invece, sull'improbabile idea di un Vladimir Putin mediatore tra Tel Aviv e Teheran. "Affidare a una nazione in guerra la mediazione su un'altra guerra, non mi sembra l'opzione migliore", dice la premier. D'altra parte, per Meloni Mosca rimane il principale ostacolo alla pace per l'Ucraina. "Ogni volta che si cerca di fare qualche passo in avanti la Russia provoca con attacchi sulla popolazione civile", dice la presidente del Consiglio che proprio in Canada ha incontrato Volodimir Zelensky e gli ha espresso solidarietà per le vittime dell'ultima pioggia di missili a Kiev. Invece, assicura, "non era prevista una dichiarazione del G7 sull'Ucraina" che sarebbe stata bloccata dalla Casa Bianca, come aveva fatto filtrare la presidenza canadese. Tra i sei leader rimasti al tavolo nella giornata finale, c'è stato "accordo sui punti principali" della crisi ucraina. A partire da un pressing su Mosca, "particolarmente con le sanzioni".
Tutte questioni che saranno in cima all'agenda del vertice Nato che si aprirà a L'Aia martedì prossimo.Sullo sfondo, resta invece il nodo dazi. Meloni è convinta che "alla fine una soluzione si troverà" e rivendica la mediazione italiana per la costruzione di un dialogo "costante, franco ma sicuramente sereno e aperto".