Roma«Abbiamo fatto giurisprudenza, ma la battaglia non è finita e non arretriamo di un millimetro». Al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, piace recitare la parte del guerrigliero castrista anche se non c'è nessuna revolución da celebrare, ma solo l'ordinanza del Tribunale civile di Napoli. I magistrati partenopei, infatti, hanno bocciato nuovamente la legge Severino accogliendo l'istanza cautelare del primo cittadino che aveva chiesto di congelare la propria sospensione, comminatagli il primo ottobre 2014 per una condanna in primo grado per abuso d'ufficio (per l'inchiesta-spettacolo «Why Not» condotta quando era pm) e bloccata di lì a poco dal Tar che inviò l'incartamento alla Corte Costituzionale.
Anche i magistrati di Napoli hanno, in pratica, smontato la legge usata come una clava contro Silvio Berlusconi. Poiché il ricorso alla Consulta presenta elementi di «non manifesta infondatezza» (cioè è ammissibile), hanno spiegato i giudici civili, la sospensione del sindaco si può bloccare fino alla decisione dell'Alta Corte, prevista per il 23 ottobre prossimo. Una sospensione dalla carica, si legge nell'ordinanza configurerebbe una «irreparabile lesione», cioè «non può essere recuperata in alcun modo dal sospeso, posto il limite temporale del mandato elettivo». Di qui il congelamento con tanto di toni trionfalistici per Giggino o' flop .
«Si riconosce che chi è stato eletto deve poter esercitare il diritto-dovere di svolgere le funzioni e, se ciò non avviene, si causa un danno e si lede un diritto del candidato e degli elettori», ha commentato a caldo De Magistris ricorrendo a un luogo comune che non è valso solo per il Cav. «La legge Severino non funziona bene», ha dichiarato intristito il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Per il prefetto di Napoli si è trattato di un'altra sconfitta. A breve il funzionario governativo subirà una nuova débâcle : il governatore sub iudice della Campania, Vincenzo De Luca, sta infatti per svicolare anche lui dalla sospensione.
In primo luogo, pur essendo stato proclamato il 18 giugno scorso, non è stato ancora sospeso come prevedrebbe la legge Severino. In secondo luogo, l'Avvocatura dello Stato ha fornito il premier Matteo Renzi di un parere in base al quale si può procedere alla sospensione dell'ex sindaco di Salerno dopo la nomina della giunta e di un vicepresidente vicario che ne svolgerebbe le funzioni. Ultimo ma non meno importante, secondo i rumor di palazzo, il governo starebbe pensando a un decreto ad hoc che non annulli la delibera di nomina della giunta stessa come, invece, stabilirebbe la fantomatica legge Severino, essendo il presidente della Regione inibito dalle proprie funzioni. Andò in maniera diversa per l'ex governatore calabrese Giuseppe Scopelliti, sospeso subito dopo una condanna per abuso d'ufficio (come De Luca) e falso.
Anche per questo motivo gli eletti M5S alla Regione Campania hanno presentato alla Procura di Napoli un esposto relativo alle omissioni di tutti gli organi istituzionali a partire dal momento in cui De Luca è stato proclamato. «Non potrebbe nemmeno entrare in aula», hanno dichiarato. Ma il capo del Pd salernitano fa spallucce: ieri ha perfino partecipato al vertice con Renzi sull'immigrazione assieme agli altri governatori come se nulla fosse.
«La legge Severino non vale per tutti, ma solo per alcuni.
Bisognerebbe fare carta straccia di questa porcata», ha commentato la deputata di Forza Italia, Daniela Santanché. «De Luca può stare tranquillo: la legge Severino si applica solo al centrodestra e a Berlusconi. Perché in Italia la giustizia non è uguale per tutti ma esistono due pesi e due misure», ha aggiunto Giorgia Meloni (Fdi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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