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Decreto Salvini, i sindaci ribelli si contano: spunta la mappa online

Su Twitter è comparsa una mappa dove sono segnalate tutte le città italiane i cui sindaci hanno espresso la loro contrarietà all'applicazione delle norme del decreto sicurezza. Da nord a sud, ecco una lista degli amministratori locali ribelli

Decreto Salvini, i sindaci ribelli si contano: spunta la mappa online

Il fronte dei sindaci ribelli, ovvero gli amministratori locali che non intendono dare attuazione alle norme del decreto Salvini, si estende fino a 1.565 km. Sono quelli che separano Merano e Scicli, i due Comuni alle estremità d'Italia nella lotta alla sicurezza. A riverlarlo è unamappa spuntata su Twitter, che raccoglie e colloca sulla cartina del nostro Paese un puntino in corrispondenza delle città i cui sindaci hanno annunciato disobbedienza civile contro il decreto del governo Conte. Sulla base della mappa, ecco l'elenco dei primi cittadini che si rifiutano di applicare la legge dello Stato sul loro territorio.

Nord

In tutte le regioni settentrionali si sono registrate prese di posizione contro il decreto Salvini. In Piemonte, sia il sindaco di Torino (Chiara Appendino) sia il presidente della Regione (Sergio Chiamparino) hanno detto che boicottaranno il decreto sicurezza. Battagliera anche la Liguria, dove al fronte dei sindaci ribelli si sono iscritte Imperia (Claudio Scajola), Sanremo (Alberto Biancheri), Ventimigli (Enrico Ioculano) e Sestri Levante (Valentina Ghio). Non mancano Lombardia (Milano, Giuseppe Sala; Bergamo, Giorgio Gori; Mantova, Mattia Palazzi), Veneto (Padova, Sergio Giordani; Belluno, Jacopo Massaro) e Friuli (Palmanova, Francesco Martines). Senza dimenticare l'Emilia-Romagna: Parma (Federico Pizzarotti), Reggio Emilia (Luca Vecchi), Bologna (Virgilio Merola) ed altri ancora.

Centro

La Toscana è la regione più "ribelle" d'Italia. A dichiarare di voler sospendere il decreto sicurezza sono stati tra gli altri Francesco De Pasquale (Carrara), Alessandro Tambellini (Lucca), Dario Nardella (Firenze), Filippo Nogarin (Livorno) e Brenda Barnini (Empoli). Nelle Marche, a dire no sono stati Maurizio Mangialardi (Senigallia), Valeria Mancinelli (Ancona) e Romano Carancini (Macerata), mentre in Abruzzo si registra la sola opposizione - per ora - di Marco Alessandrini (Pescara). Nel Lazio, invece, l'elenco si allunga: Alessio Pascucci (Cerveteri), Esterino Montino (Fiumicino), Adriano Zuccalà (Pomezia), Mario Savarese (Ardea) e Damiano Coletta (Latina), mentre Virginia Raggi (Roma), pur non dichiarandosi disponibile al boicottaggio, ha chiesto al governo di mitigare gli effetti del decreto.

Sud

Campania sulle barricate. Tra i sindaci anti-Salvini ci sono Luigi De Magistris (Napoli), Antonio Sabino (Quarto), Renato Natale (Casal di Principe) e altri quattro amministratori locali irpini (Roccabascerata, Santa Paolina, Torrioni, Petruro Irpino). In Puglia partecipano alla festa Antonio Decaro (Bari), Michele Abbaticchio (Bitonto), Riccardo Rossi (Brindisi) e Davide Carlucci (Acquaviva delle Fonti), mentre in Basilicata al momento si registrano ufficialmente le defezioni dei sindaci dei Comuni di Banzi e Venosa.

Se in Calabria l'unico a opporsi è stato Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), la discesa in campo più consistente si è avuta in Sicilia (Francesco Italia, Siracusa; Leoluca Orlando, Palermo; Giovanni Ruvolo, Caltanissetta; Nicolò Nicolosi, Corleone; Marco Giargianni, Lipari) e Sardegna (Massimo Zedda, Cagliari; Andrea Soddu, Nuoro; Mario Bruno, Alghero; Nicola Sanna, Sassari).

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