Il piano del governo per il nuovo Documento di economia e finanza (Def) parla di una manovra da 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica per accontenare l'Europa e rispettare le clausole di salvaguardia che valgono 16,6 miliardi di euro nel solo 2016.
In queste ore Matteo Renzi e il Consiglio dei ministri stanno cercando la qadra per evitare a tutti i costi l’aumento di Iva e accise inizialmente previsto per il 2016 o l'introduzione di nuove tasse che di certo nuocerebbero alla reputazione dell'esecutivo. Un'operazione che però potrebbero pagare gli enti locali che fino ad ora hanno già dovuto rinunciare a oltre 25 miliardi di euro a causa dei tagli.
La denuncia arriva dalal Cgia di Mestre, secondo cui nelle casse dei Comuni la sforbiciata raggiunge quest’anno gli 8,3 miliardi di euro, mentre le Regioni a statuto ordinario hanno pagato 9,7 miliardi e quelle a statuto speciale 3,3 miliardi. Riduzione di 3,7 miliardi anche per le Province, ormai in via di smantellamento. "Una cifra imponente che, in buona parte, sindaci e governatori hanno compensato aumentando le tasse locali e tagliando i servizi alla cittadinanza", ha detto il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, "Grazie a questi tagli, lo Stato centrale si è dimostrato sobrio e virtuoso, scaricando il problema sugli amministratori locali che, obtorto collo, hanno agito sulla leva fiscale. Morale: la minor spesa pubblica a livello centrale è stata pagata in gran parte dai cittadini e dalle attività produttive che hanno subito un fortissimo aumento delle tasse locali. Il passaggio dall’Ici all’Imu/Tasi, ad esempio, ha incrementato il peso fiscale sui capannoni mediamente dell’80 per cento, con una punta massima di oltre il 160 per cento per quelli ubicati nel Comune di Milano".
Sulle barricate l'Anci: "Con il governo è necessaria una discussione a monte, prima che decisioni e cifre diventino immodificabili", dice il presidente dell'associazione dei Comuni e sindaco di Torino, Piero Fassino, a Repubblica, "Anche perché in questi anni sono stati i Comuni i primi ad aver contribuito al risanamento del Paese. Dal 2010i Comuni hanno contribuito al risanamento con oltre 17 miliardi, di cui 8,5 miliardi per il Patto di Stabilità e altri 8,5 come riduzione della spesa. Sforzo mai chiesto in uguale misura a nessuna altra amministrazione pubblica, partendo dai ministeri, mentre l’incidenza dei Comuni sul debito e sulla spesa pubblica è molto bassa".
"Sul #Def @matteorenzi torna a fare giochi di prestigio, illusionismo, bolle mediatiche: è tornata l’annuncite, ma nessuno ormai la beve più", attacca su Twitter Renato Brunetta, che poi aggiunge: "Ci siamo ricascati. Matteo Renzi ci ha illuso di nuovo". Secondo il capogruppo di Forza Italia alla Camera, oggi il Cdm discuterà solo le "linee guida" del Def, da approvare poi venerdì 10 aprile e si prospetta un rinvio al 2018 del pareggio di bilancio, con il governo "incurante di qualsiasi ammonizione della Commissione europea".
"Preoccupano, inoltre le clausole di salvaguardia se l’esecutivo non procede a una poderosa spending review che non potrà limitarsi, come già avvenuto tante volte, al taglio di trasferimenti agli enti locali", avverte inoltre Brunetta, "è aumento delle tasse anche quello. Per i cittadini una partita di giro, anzi di raggiro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.