Il day after è quasi peggio del day before.
Il giorno prima (domenica): partita Verona-Brescia, Balotelli viene insultato da una gruppetto di ultras del Verona, il giocatore prende il pallone e lo calcia in segno di protesta contro chi sta facendo il verso della scimmia, l'arbitro sospende per qualche minuto la gara, l'altoparlante invita i tifosi a non ripetere i cori della vergogna, la partita riprende e si conclude regolarmente.
Il giorno dopo (ieri): derby delle dichiarazioni, tale Luca Castellini, «capotifoso dell'Hellas Verona» nonché «coordinatore per il nord Italia di Forza Nuova», rivendica la legittimità dei buuu. «Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano. Sotto la nostra curva ha messo in scena o una pagliacciata. È lui che ha provocato noi», è la summa del «pensiero» di Castellini.
Ora a farci paura non è il Luca Castellini in sé, ma il Luca Castellini che è in noi. Perché l'apparente demenza del concetto espresso dal genio di Castellini è una «tesi» condivisa, più o meno, anche da «fior» di politologi e che alberga - ammettiamolo al netto dell'economia circolare della retorica e dell'ipocrisia - in tante persone «normali»: gente che, a differenza del Castellini di turno, sul bigliettino da visita, sotto il nome, non ha la dicitura «Capo Ultrà del Verona» o «dirigente di Forza Nuova». Che poi quella di Castellini sia vero razzismo vero o «solo» autentica imbecillità, cambia poco. Certo è che le parole da «Bar Sport» di Castellini - rilasciate forse non casualmente all'emittente Radio Café - fanno cadere le braccia: «Ce l'abbiamo pure noi un negro in squadra, che ieri ha segnato e tutta Verona gli ha battuto le mani. Ci sono problemi a dire la parola negro?».
La replica di Balotelli via Instagram: «Qua non c'entra più il calcio, state facendo riferimento a situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo ignoranti... Siete la rovina. Però quando Mario faceva, e vi garantisco farà ancora gol per l'Italia, vi stava bene, vero? Le persone così vanno radiate dalla società civile, non solo dal calcio. Basta mandare giù, basta lasciare stare». Parole condivisibili. Che diventerebbero però ancor più autorevoli se Balotelli si decidesse, finalmente, a comportarsi in campo come nella vita da vero campione. Insomma, evitando le «balotellate». Ma questo è un'altra storia.
Tornando alle reazioni del day afer, da segnalare quella del ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora: «Da italiano, da rappresentante delle istituzioni, provo profondo imbarazzo per certi episodi di intolleranza e discriminazione. Ora iniziative concrete (ecco, magari partendo da quelle che potrebbe prendere direttamente lui ndr)». Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha detto la sua con una frase ad effetto: «Non sarà mai del tutto italiano chi è razzista». Sconcertanti le dichiarazioni del presidente del Verona Maurizio Setti («Balotelli? Confermo che noi non abbiamo percepito nulla») e quelle del sindaco della città, Federico Sboarina («Ciò che ha fatto Balotelli è inspiegabile, perché senza alcun motivo ha avviato una gogna mediatica su una tifoseria e una città»).
Poteva mai mancare all'appello Matteo Salvini? «Vale più un operaio dell'Ilva che 10 Balotelli, non abbiamo bisogno di fenomeni», ha detto il leader leghista .«Non capisco, ma mi adeguo...», avrebbe commentato il Ferrini di Quelli della notte.
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