Avendo ormai le parole il peso di una pietra, ma pomice, cadono giù dal dirupo dell'ignoranza su Montecitorio, i suoi divanetti e banchi d'aula ancora frementi per l'approvazione della manovra. Precipitano dalle stelle, meglio: dal blog cinquestelle, si direbbe per effetto di malintesa legge di gravità. Ovvero manifesta incapacità di saperne valutare senso e significato, effetti e conseguenze.
Così mentre si stanno votando gli oltre 200 ordini del giorno, in attesa del voto finale, la maggioranza contrattacca via web: non si sa quale «cima» di comunicazione pubblica un post di violenza spropositata. Non si sa se ridere o piangere, se prendere sul serio o inneggiare ai «progressi enormi fatti dalla stupidità grazie ai nuovi media» (cfr. Ennio Flaiano). Sentite che enfasi, che iperbole, che grammatica. «Siamo sotto attacco. Il Governo, la Manovra del Popolo. La Democrazia è sotto attacco... A sferrarla sono grandi lobby, poteri forti e comitati d'affari. Lottano per sopravvivere, per mantenere i propri privilegi, benefit, prebende...». Il crescendo s'inerpica su onde rossiniane: «...con l'indegna complicità del Pd e di Fi, eterni zerbini dei potenti. E con la longa manus della stragrande maggioranza dei media, ipocrita cassa di risonanza di questi interessi corporativi. I vertici delle banche, assicurazioni, i grandi gruppi editoriali in perenne conflitto di interesse stanno inquinando il dibattito democratico con un vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico».
Sì: terrorismo. Parola che ancora nel nostro Paese, oltre che nel mondo, fa impressione, suscita paure non ingiustificate perché si tratta di minaccia concreta, possibile, vissuta da vittime, da familiari di vittime. Invece, per l'inopinato amanuense controllato (e vidimato) da Casaleggio Associati il termine deve dar forza al concetto: sostanzialmente che le critiche alla manovra hanno spazientito, che la misura è colma. Quel che capita, insiste, è «un vero e proprio ricatto morale. Il Pd e Fi, l'eterno patto del Nazareno, sono complici di tutto ciò. In sostanza ci hanno mandato questo pizzino: attenzione a non colpire le banche, le assicurazioni, i concessionari, ovvero i nostri amici...». Ma noi, assicura l'avanguardia rivoluzionaria, «non cederemo ai ricatti. Andremo avanti a testa alta... Sempre dalla parte del popolo».
Fossimo nella Cambogia di Pol Pot, arriveremmo forse a capire la furia rabbiosa di una prosa del genere. Ma in questo povero Stivale già così provato dalla storia, l'altolà della scalcagnata maggioranza pentastellata ha effetto dirompente, ma contrario. Insorgono le opposizioni, la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna definisce «aberrante» l'accostamento e i deputati chiedono a gran voce la ritrattazione (almeno una presa di distanze). E mentre Emilio Carelli prova a metterci una pezza, attenua, sminuisce, ecco invece il presidente Roberto Fico intervenire con il contrordine: «Avendo ascoltato i vostri interventi, vi dico che la democrazia non è sotto attacco, che le opposizioni stanno facendo il loro lavoro, è loro diritto opporsi alla legge di bilancio e non c'è alcuna lobby...
La presidenza apprende con disappunto di questa dichiarazione e ritiene improprio paragonare il legittimo lavoro delle opposizioni a un atto di terrorismo».Banalità forse necessarie, di questi tempi. Al punto che il post viene ritirato dal sito nel giro di una mezz'ora e la rivoluzione con il popolo, per il popolo risulta per il momento rinviata. A data da destinarsi.
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