Da Delrio a Picierno, i riformisti Pd scelgono l'evento di Renzi-Calenda

Italia viva e Azione alzano la bandiera dei "Due popoli, due Stati". Mentana: "Non c'è alcun genocidio"

Da Delrio a Picierno, i riformisti Pd scelgono l'evento di Renzi-Calenda
00:00 00:00

Non si può dire che ci fosse mezzo Pd, solo perché i riformisti ormai non sono che una minoranza interna. Eppure sono tanti gli esponenti dem che ieri si sono fatti vedere al teatro Franco Parenti a Milano, alla manifestazione di Italia Viva, Azione e Sinistra per Israele. Graziano Delrio e Pina Picierno, Marianna Madia e Lia Quartapelle, Piero Fassino e Lele Fiano. Alcuni oggi faranno il bis a Roma.

D'altra parte, l'evento di Milano, ieri, ha eletto a piattaforma quella che per anni è stata la «formula magica» della sinistra post-comunista. «Due popoli, due Stati, un destino» si leggeva intorno al podio da cui hanno parlato Matteo Renzi e Carlo Calenda, e sui tavoli del foyer, dove campeggiavano la Stella di David e i colori dei palestinesi. «Qui si sventolano le bandiere di entrambi i popoli e non si brucia nessuna bandiera» ha detto Renzi. Ed era quasi inevitabile, che i centristi del centrosinistra raccogliessero questa posizione «equilibrata», dopo lo slittamento su posizioni radicali di tutto il Campo largo», Elly Schlein in testa. Il Pd, che oggi scende in piazza a Roma con 5 Stelle e Avs, ha scelto da che parte stare e non è la parte di Israele. La bandiera dello Stato ebraico, il principale partito della sinistra l'ha ammainata senza troppe remore, per sposare unilateralmente la causa palestinese, e mettendo in conto di tagliare definitivamente i ponti con gli ebrei della diaspora. Per partecipare al corteo maggiore, Iv, Azione e «Sinistra per Israele» avevano posto condizioni minime di civiltà, ma sono stati snobbati bruscamente. «Schlein lo avrebbe fatto - ha detto Calenda - ma il M5S e Avs vogliono avere tutta per loro questa discussione e lo trovo un po' avvilente». Renzi e Calenda, quindi, hanno dovuto riparlarsi dopo mesi e mettere in campo qualcos'altro, un'altra manifestazione, quella di chi si oppone a «due estremismi». «Hamas e Netanyahu sono il problema, entrambi vanno fermati». Questa la traccia, svolta egregiamente al Parenti, con un dissidente palestinese anti-Hamas, le voci degli ostaggi, e con il direttore della 7, Enrico Mentana, che - davanti a una platea milanese - ha accostato la figura del premier israeliano e quello di Bava Beccaris, parlando di «crimini di guerra», ma negando che sia in corso un genocidio, citando le parole di Liliana Segre e difendendo la grande tradizione sionista.

Non un evento pro Israele, dunque, quello del Parenti. E infatti fuori dal teatro gli Amici di Israele e la Brigata ebraica hanno inscenato un presidio, civilissimo, per rimproverare tra l'altro a Calenda di aver chiesto sanzioni contro Israele. Più attento Renzi: «Israele ha il diritto e il dovere di esistere» ha scandito l'ex premier. «Finché c'è una repubblica islamica che vuole distruggerlo dobbiamo affermarlo».

E lo «Stato di Palestina - ha aggiunto - ha il diritto di esistere e i palestinesi di essere liberati dalla dittatura di Hamas, la più grande e terribile dittatura oggi». «Hamas non sa cosa sia e il diritto umanitario. Israele lo sa e deve rispettarlo».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica