Valeria Robecco
New York Prove di Casa Bianca per Hillary Clinton: nell'entourage della candidata alle primarie democratiche è partita, discretamente, la caccia ai nomi di possibili vice presidenti per completare il ticket alle elezioni dell'8 novembre. Dopo la vittoria di New York l'ex first lady è proiettata sempre più verso la conquista della nomination, e se matematicamente la gara con il rivale Bernie Sanders non è finita, per molti osservatori - realisticamente - la corsa del senatore del Vermont è giunta al capolinea. Così, la squadra della front runner dell'Asinello ha iniziato le lunghe discussioni per stilare una lista di 15, 20 nomi tra cui poi scegliere il potenziale vice presidente. Tra le ipotesi c'è anche quella di un ticket tutto al femminile, ma il punto è capire se gli Stati Uniti sono pronti ad avere non solo una donna come presidente, ma anche un vice «rosa». Certamente, comunque, si tratta di un'opzione al vaglio degli esperti di Hillary, come ha confermato il presidente della sua campagna elettorale, John Podesta.
«Iniziamo con un'ampia lista per la vicepresidenza poi restringeremo il campo, e senza dubbio ci sono donne», ha spiegato, precisando che la candidata alle primarie democratiche vuole «la persona migliore» per questo ruolo. Secondo alcune fonti riportate dai media americani il nome in pole position, in questo caso, è quello di Elizabeth Warren, senatrice progressista che per ora si è mantenuta neutrale tra i due sfidanti dem. Tra gli altri candidati al vaglio ci sono i senatori Tim Kaine e Mark Warner, entrambi ex governatori della Virginia, il senatore dell'Ohio Sherrod Brown, che rappresenta l'ala più liberal del partito e viene da uno dei cosiddetti swing state, gli stati in bilico. E ancora l'ex governatore afroamericano del Massachusetts Deval Patrick e Thomas E. Perez, ministro del lavoro del presidente Barack Obama e avvocato per i diritti civili della comunità ispanica.
È probabile, tuttavia, che la Clinton e il suo staff aspetteranno a scegliere l'aspirante numero due dopo che si sarà definito il ticket in campo repubblicano. Intanto, anche se la lotta alla nomination prosegue, in casa democratica sta aumentando il pressing su Sanders perché getti la spugna, permettendo all'ex first lady di concentrarsi senza distrazioni sul suo vero obiettivo, Donald Trump. Soprattutto considerando che i due conducono sulle opposte sponde del Potomac in tutti e cinque stati del nord-est dove si vota martedì.
Secondo un sondaggio di Nbc, Wall Street Journal e Marist, Hillary e The Donald hanno addirittura un vantaggio a due cifre nel più importante di questi stati, la Pennsylvania.
In palio complessivamente per i democratici ci sono 384 delegati che potrebbero, in caso di vittoria schiacciante, permettere alla Clinton di chiudere di fatto la partita: la front runner dell'Asinello ad oggi ha infatti conquistato 1.941 delegati (di cui 513 superdelegati), e si avvicina sempre più al numero magico di 2.383 delegati necessario per la nomination.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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