I nsultati, minacciati, costretti a fuggire dalla folla impazzita che ha continuato a prendere a calci e pugni anche l'auto nella quale si erano rifugiati. Se la sono vista brutta tre deputati del Pd, presi di mira da un'orda impazzita di manifestanti, scesi in piazza per protestare proprio mentre dalla Camera arrivava l'ok definitivo al decreto sull'obbligatorietà dei vaccini.
Lo scontro politico, che per giorni ha tenuto banco nei palazzi istituzionali, ieri è proseguito in strada e più tardi sui social, dove i piddini hanno puntato il dito contro i grillini, accusandoli di aver sdoganato il clima di odio in Parlamento e di aver istigato alla violenza i No-Vax. E a nulla è valsa la condanna da parte del M5s, che ha subito preso le distanze dal fattaccio.
La protesta era iniziata alle 11 in piazza Montecitorio ed era montata con il passare delle ore davanti all'imponente schieramento delle forze dell'ordine. «Assassini, assassini», «non ci fermerete», gli slogan più scanditi, mentre sui cartelli si leggeva «sulla pelle di mio figlio niente è obbligatorio», «ci ricorderemo di voi, di tutti», «non finisce qui». E dalle minacce ai fatti il passo è stato breve. Quando Elisa Mariano, Ludovico Vico e Salvatore Capone sono usciti, sono stati avvicinati dalla folla curiosa di conoscere il loro voto. «A quel punto ci hanno inseguito, circondato e insultato - racconta la prima - Noi ci siamo subito riparati nella macchina, posteggiata nella strada che porta a piazza Capranica. A quel punto hanno cominciato a prendere a calci la vettura. Credo che siamo oltre il senso del limite». «Erano veramente tanti - aggiunge Capone - Eravamo spaventati, temevamo che potessero rompere i vetri. Alcuni di loro erano davvero grossi, ma c'erano decine di persone, ripeto, di tutti i tipi. Davvero una brutta avventura».
Gli uomini della Digos hanno tratto in salvo anche Nello Formisano, deputato Mdp, che ha condiviso con i colleghi piddini la brutta avventura. «Altro che libertà, questi sono metodi fascisti. Che dicono i colleghi M5s che oggi hanno votato contro?», fa eco il presidente dei deputati dem, Ettore Rosato. «I mandanti morali dell'aggressione erano in aula tra i banchi del M5s - commenta Marco Miccoli (Pd) -. Mesi di insulti e falsità hanno fomentato un manipolo di violenti ignoranti».
«È il risultato dell'odio coltivato da chi si è lanciato in politica proclamando il Vaffaday e da un M5s che in Parlamento non fa altro che aggredire, cercare lo scontro, insultare», ricorda la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. Accuse, sui cui i grillini non hanno inizialmente replicato.
«L'aggressione nei confronti dei deputati del Pd non è giustificabile in alcun modo e a loro va la solidarietà di un movimento che si è sempre, convintamente, dichiarato non violento - si sono limitati a scrivere in una nota - La contrarietà a un
provvedimento è un conto, la violenza un altro». Ma una voce fuori dal coro c'è sempre. «È stato fatto un decreto con la fiducia, siamo alla pazzia - dichiara Roberto Fico - Un decreto vigliacco e disonesto che non condividiamo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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