Il deputato di Sel contro il taglio agli stipendi degli onorevoli: "Non siamo mica metalmeccanici"

Il deputato di Sel Arcangelo Sannicandro nella bufera per questa frase: "Non siamo lavoratori subordinati dell'ultima categoria dei metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo?".

Il deputato di Sel contro il taglio agli stipendi degli onorevoli:   "Non siamo mica metalmeccanici"

"Non siamo lavoratori subordinati dell'ultima categoria dei metalmeccanici! Da uno a dieci noi chi siamo?". Per questa frase, pronunciata in Aula nei giorni scorsi, il deputato di Sel Arcangelo Sannicandro, con un passato nel Pci e in Rifondazione Comunista, è finito al centro delle polemiche.

Il suo intervento si inseriva, infatti, come risposta a un ordine del giorno dei Cinquestelle che chiedevano all'Ufficio di presidenza di ridurre l'indennità di carica dei deputati da 10mila euro lordi a 5mila, al netto dei rimborsi per la diaria e per l'esercizio del mandato. In pratica il compenso per i deputati sarebbe passato da 5mila euro netti a 3.200. In questo contesto la frase di Sannicandro diventa un vero affronto anche per i suoi colleghi di partito. Tra i banchi di Sel siede, infatti, anche l’ex leader dei metalmeccanici della Fiom, Giorgio Airaudo, e il senatore Giovanni Barozzino, metalmeccanico licenziato dall'azienda dopo uno sciopero.

La difesa di Sannicandro su Facebook

Così Sannicandro ha dovuto dare ulteriori spiegazioni su Facebook per placare gli animi dentro al suo partito. "Tentavo di stabilire alcuni dati essenziali per affrontare il problema dell'indennità di carica dei deputati in modo oggettivo e non demagogico”, scrive il parlamentare che spiega : “Così come dice la Costituzione siamo rappresentanti attraverso cui il popolo esercita la sua sovranità. Se ciò non fosse sufficientemente chiaro, aggiungo che i deputati non sono assicurati né all'Inps e né all'Inail e né ricevono le prestazioni da questi all'occorrenza erogate, né sono inquadrati in un contratto collettivo nazionale". L'avvocato pugliese, che nel 2014 ha dichiarato un reddito di oltre 400mila euro, prosegue: "Della mia professione voglio solo ricordare che è stata esercitata solo e sempre dalla parte dei lavoratori, anche metalmeccanici, insensibile alle lusinghe e non intimidito da pesanti minacce.

Comprendo la malafede e la disonestà intellettuale degli avversari politici, ma mi sorprende la superficialità con cui vengono recepite le strumentalizzazioni da parte di coloro che dovrebbero essere adusi ad avvertirle immediatamente".

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