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Desirée, l'ultimo orrore: "Stuprata dalle belve anche dopo la morte"

I racconti dei testimoni inchiodano altri tre pusher. Oggi pomeriggio i funerali a Cisterna

Desirée, l'ultimo orrore: "Stuprata dalle belve anche dopo la morte"

Desirée violentata anche dopo la morte. È una delle ipotesi più agghiaccianti sulla 16enne abbandonata in overdose dopo lo stupro da almeno 4 spacciatori africani. Fra questi Yusif Salia, il ghanese arrestato a Foggia: l'interrogatorio previsto ieri in carcere è stato rinviato. Intanto si svolgeranno oggi pomeriggio, a Cisterna di Latina, i funerali di Desy. Da ieri la salma è stata messa a disposizione dei familiari, la mamma Barbara Mariottini e il padre Gianluca Zuncheddu. A raccontare altri particolari inquietanti sulla notte fra il 18 e il 19 ottobre nello stabile abbandonato di via dei Lucani, un'italiana, Giovanna N.; la donna, 32 anni, abita nell'appartamento di un'altra testimone chiave, Noemi C.: «In quello stabile - mette a verbale - spacciano eroina e cocaina tre africani: Ibrahim, Sisko e Youssef (Brian Minteh, Chima Alinno, Yusif Salia, tutti in carcere). Personaggi molto cattivi e pericolosi poiché il loro stato di tossicodipendenza può influire sull'atteggiamento che hanno sulle persone. Ibrahim più volte mi ha chiesto di avere rapporti sessuali con lui dietro cessione di stupefacenti. Ma io non ho mai accettato. Ho visto Desirée avere atteggiamenti che mi inducevano a pensare che potesse aver già avuto rapporti sessuali con questo in cambio di qualche tiro di crack o qualche pezzo di eroina».

Nasko, un ragazzo bulgaro, racconta a Giovanna che per un po' di roba Desy avrebbe fatto sesso con i pusher. Koffy, il tunisino scomparso e che gli inquirenti vorrebbero interrogare, racconta a Giovanna che nella giornata in cui è morta Desirée avrebbe avuto «rapporti sessuali prima con Yusif, poi con Sisko e in ultimo con Ibrahim. Non escludo che questi possa aver avuto rapporti sessuali con la minorenne anche post mortem». Sarebbe il tunisino, Koffy, l'unico a chiedere di chiamare un'ambulanza secondo Giovanna. Ma anche Koffy avrebbe avuto rapporti sessuali con Desirée la mattina precedente la sua morte in cambio di droga. Il racconto della donna, a questo punto, inchioderebbe Muriel K., 34 anni, congolese: «Verso l'1,30 sono tornata in via dei Lucani e notavo Muriel inveire contro Desirée. Diceva: Sta z., sta t. de' merda, è andata a fa' i p. per un tiro. Subito dopo Youssef, piangendo, ci dice che Desirée era morta». I soccorsi non arrivano prima delle 4,20 del mattino, allertati da una cabina telefonica. Il tempo di sparire per i pusher.

Fra le certezze: Desirée è ancora viva alle 18, quando la vede Nasko, il bulgaro. Sta male ma è viva. Insomma, via dei Lucani, dai racconti dei tossici che la frequentano, è un melting pot di razze e disperazioni varie. La stessa Desirée, a detta dei compagni di buco, «si faceva di eroina, cocaina, crack e pasticche». La ragazzina arriva per la prima volta a San Lorenzo il 10 ottobre. È in cerca di droga, ma non ha soldi. La mattina del 17 ottobre ha in mano una dose di eroina. Cerca qualcuno in grado di iniettargliela. Chiede a Muriel ma questa, che si fa di «cocaina da 5 anni» si rifiuta. «L'ho vista con una ragazza di colore che si chiama Antonella, di 24 anni. Entrambe assumevano crack tramite un inalatore artigianale chiamato bottiglia». Il giorno della tragedia Muriel viene avvicinata da un altro tunisino di 40 anni, Hytem, che la porta nel container. Desirée sta malissimo, è già in uno stato di incoscienza. «Decidevo di darle acqua e zucchero pensando di darle energia. Altri proponevano di darle dell'insulina». La situazione è disperata. Ma gli spacciatori sono perentori: nessuno si azzardi a chiamare il 118. Meglio la ragazzina morta che loro in galera. Otto ore prima Noemi C., la 26enne che ospita Giovanna e Claudia, altra tossicodipendente, è con Samir, l'altro tunisino ricercato dalla polizia, un suo amico senegalese, «Gufi» e una ragazza con i dread blu e neri che non conosce. Vede Desirée, si accorge che è una ragazzina. Desy le dice che è nel covo di via dei Lucani perché ha voglia di farsi di eroina, «avrebbe accettato anche del crack, ma non aveva i soldi per pagarlo». Noemi cerca di portarla via, di accompagnarla in un Sert.

Inutilmente.

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