La prima versione del piano di pace per l'Ucraina sta suscitando critiche non solo da parte dei Paesi europei ma anche negli Stati Uniti all'interno del mondo repubblicano. In particolare, ad avere generato un vero e proprio scontro e parecchio caos, è stata la dichiarazione rilasciata dal senatore repubblicano Mike Rounds secondo cui il segretario di Stato Marco Rubio, durante una telefonata con un gruppo bipartisan di parlamentari Usa presenti al Forum internazionale sulla sicurezza di Halifax, aveva preso le distanze dal piano descrivendolo come un'iniziativa russa. A detta di Rounds "non è una nostra raccomandazione, non è il nostro piano di pace" aggiungendo che Rubio lo ha descritto come "un'occasione per ricevere" una proposta che permette all'altra parte di rispondere. Le sue parole hanno suscitato numerose polemiche anche alla luce di un piano accusato di eccessive concessioni alla Russia. Ieri è però arrivata la smentita da parte di Marco Rubio che ha confermato siano stati gli Stati Uniti a redigere la proposta di pace in 28 punti, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato americano Tommy Pigott ha bollato come "palesemente false" le accuse per cui il documento sia stato redatto dai russi: "La proposta di pace è stata elaborata dagli Stati Uniti. Si propone come un solido quadro di riferimento per i negoziati in corso. Si basa sul contributo della parte russa. Ma si basa anche sul contributo precedente e attuale dell'Ucraina". Eppure funzionari ucraini hanno smentito che Kiev abbia contribuito nella realizzazione del piano che è stato presentato come già definito.
Mentre ieri a Ginevra si discutevano le condizioni di pace, negli Stati Uniti infuriava la polemica non solo tra democratici e repubblicani ma anche all'interno della destra americana. Se nelle componenti più neocon le critiche alle condizioni considerate troppo accondiscendenti verso la Russia sono prevedibili, meno scontato è il dibattito che si è innescano nel mondo Maga.
Tra i critici del piano c'è il senatore repubblicano Roger Wicker, potente presidente della Commissione per le forze armate del Senato, che ha rivolto un duro rimprovero all'amministrazione per quello che ha definito un "cosiddetto" piano di pace. Secondo Wicker: "Questo cosiddetto piano di pace presenta problemi reali e sono molto scettico sul fatto che possa portare alla pace. L'Ucraina non dovrebbe essere costretta a cedere i suoi territori a uno dei più flagranti criminali di guerra del mondo, Vladimir Putin". L'ex presidente della Camera Newt Gingrich, uno dei commentatori conservatori più influenti del Paese, ha criticato il piano definendolo un "accordo di resa" che è un "tradimento" americano e ha esortato l'Ucraina a "non accettarlo".
Il senatore Lindsey Graham, un altro importante falco repubblicano sulla sicurezza nazionale, ha offerto una risposta più misurata ma comunque critica: "Sebbene ci siano molte buone idee nel piano di pace proposto tra Russia e Ucraina, ci sono diversi aspetti che sono molto problematici e che possono essere migliorati - aggiungendo che - l'obiettivo di qualsiasi accordo di pace è porre fine alla guerra in modo onorevole e giusto, e non creare nuovi conflitti".
Non mancano però voci importanti nel movimento Maga che sono favorevoli a chiudere un accordo con la Russia anche alle condizioni presentate nel documento pur di terminare la guerra tra cui Steve Bannon, Jack Posobiec e George Papadopoulos che ne hanno parlato nella trasmissione War Room e, dalla loro prospettiva, Kiev è "incapace di continuare
a combattere". In generale il punto di caduta sembra essere quello di accettare l'impianto complessivo del piano per arrivare alla fine della guerra modificando però alcuni punti considerati troppo favorevoli alla Russia.