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"Le detrazioni per le paritarie vittoria di Fi"

Elena Centemero, responsabile Scuola degli azzurri: "Bene la proposta del governo"

Roma - Nella riforma della scuola potrebbe entrare anche una norma che prevede detrazioni fiscali per le rette scolastiche pagate dalle famiglie alle scuole paritarie. Onorevole Centemero la parità economica per le scuole non statali è una battaglia storica del centrodestra e di Forza Italia che però fino ad ora non è riuscito a vincerla. Ritiene che il governo di Matteo Renzi arriverà ad abbattere il tabù sulle scuole private?

«L'educazione non deve essere un monopolio statale. Si tratta di un pregiudizio. Renzi dovrà combattere anche all'interno del Pd perché contro le paritarie oltre al Movimento Cinque Stelle e Sel sono schierati anche molti esponenti Pd».

Le detrazioni fiscali sono lo strumento giusto per riconoscere la libertà di scelta alle famiglie?

«Credo che il governo stia discutendo due opzioni. L'ipotesi della detrazione oppure la costituzione di un fondo dedicato alle paritarie ma la scelta giusta è la prima».

Perché?

«Prima di tutto perché l'entità del fondo sarebbe sempre incerta come già accade oggi ed ogni anno sarebbe soggetta a variazioni a seconda della disponibilità economica. Le scuole iniziano l'anno senza sapere su quanti soldi potranno contare. Noi abbiamo un sistema di istruzione pluralistico: ci sono le scuole statali, quelle gestite dagli enti locali e le non statali, ovvero le paritarie. Tutte fanno parte del sistema nazionale di istruzione. Le detrazioni fiscali rappresenterebbero finalmente l'applicazione concreta di un principio di vera uguaglianza per le scuole. Le famiglie possono detrarre le spese per l'attività sportiva dei figli o le spese per il veterinario ma non quelle per l'educazione, è assurdo».

Tutti i tentativi di abbattere questo tabù si sono infranti contro l'articolo 33 della Costituzione: «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».

«Ma su questo punto il dibattito costituzionale non è univoco. “Senza oneri” aggiuntivi riguarda l'istituzione ma non il funzionamento degli istituti. Io poi chiedo di guardare pure all'articolo 30 che è precedente e nel quale i nostri padri e le nostre madri costituenti hanno scritto chiaramente che “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”.

Dunque sono le famiglie e non lo Stato ad avere il diritto di scegliere l'istruzione che vogliono per i loro figli».

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