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"Dialogo con Putin". E l'Ue si spacca

L'iniziativa del tandem Merkel-Macron, in accordo con Draghi. Spiazzati gli altri

"Dialogo con Putin". E l'Ue si spacca

Joe Biden traccia il solco, Angela Merkel e François Macron seguono a ruota. Ma così facendo colgono in contropiedi buona parte dei loro colleghi europei riuniti ieri per il periodico Consiglio Europeo.

Nella giornata di mercoledì i due leader d Francia e Germania avevano concordato di presentarsi al vertice di Bruxelles con la proposta di riaprire il dialogo con Mosca, sul modello di quanto fatto da Biden con il recente summit di Ginevra. La notizia è stata fatta trapelare ai giornali prima che alle Cancellerie (o almeno a tutte). Così ieri mattina c'è chi ha masticato amaro per la sorpresa. Tra questi, secondo alcune indiscrezioni, perfino il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Tra i pochi, invece, a esserne informati, almeno secondo il Financial Times, il premier italiano Mario Draghi, consultato durante la visita a Berlino di qualche giorno fa.

Le reazioni più piccate sono arrivate, non solo per la tempistica ma anche per il merito della proposta, dai Paesi che più da vicino sentono il fiato dell'ingombrante vicino ex sovietico: Baltici e Polonia. «Per aprire un dialogo serve che anche la Russia compia determinati passi», ha chiarito subito il premier lettone, Krisjanis Karins. «Il dialogo è stato interrotto nel 2014 con l'annessione illegale della Crimea e gli scontri nel Donbass» ha continuato Karins. «Dobbiamo affrontare questi problemi e poi possiamo parlare». Per definire la posizione del suo Paese il presidente della Lituania Gitanas Nauseda è ricorso a un curioso paragone. Bisogna procedere «con grande prudenza», ha detto, aggiungendo che iniziare il dialogo senza che Putin cambi i suoi comportamenti è come «ricorrere a un orso per fare la guardia a una scatola di miele».

La Merkel aveva spiegato pubblicamente le sue ragioni in mattinata, in un discorso tenuto di fronte al Bundestag, prima di raggiungere Bruxelles. Era, dopo 16 anni e salvo convocazioni improvvise, la sua ultima apparizione da Cancelliera in Parlamento, che chiuderà i suoi lavori per l'estate e che non si riunirà più prima delle elezioni di fine settembre. Lei non ha fatto il minimo cenno alla cosa e subito messo in chiaro i vari temi sul tappeto. «I capi di Stato e di governo devono affrontare il tema di come creare formati di dialogo con la Russia. Perché «il modo migliore per risolvere il conflitto, l'abbiamo visto con il presidente Usa, è parlarsi». Al suo arrivo a Bruxelles la Merkel ha aggiunto che l'Unione dovrebbe stabilire un «contatto diretto» creando dei «meccanismi» per rispondere «insieme alle provocazioni e agli attacchi ibridi» di Mosca. La Cancelliera e Putin si erano parlati solo due giorni fa quando la Merkel lo aveva chiamato nell'anniversario dell'invasione tedesca della Russia nel 1941.

Secondo le valutazioni di un diplomatico, due terzi dei Paesi partecipanti al vertice di Bruxelles sarebbero d'accordo con la richiesta di Merkel e Macron, un terzo rimane scettico. Oltre a quelli già citati qualche obiezione arriverebbe anche dalla Svezia. Si fa notare la posizione del premier olandese Mark Rutte: «Non mi dispiace se i presidenti Ue incontreranno Putin ma personalmente non parteciperò a un vertice con lui».

Mosca ha reagito con attenzione: «Putin è favorevole alla creazione di un meccanismo di dialogo», ha detto il portavoce del Cremlino.

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