Adesso il nemico è Matteo Salvini. L'entrata a gamba tesa di Alessandro Di Battista, ieri sera nel salotto di Che tempo che fa, non è un caso isolato. Non deve stupire, però, se a mettere il carico nell'attacco alla Lega, condannata a restituire i 49 milioni di euro distratti dalla vecchia dirigenza nella truffa sui rimborsi elettorali, è Roberto Fico. "Chi sbaglia deve pagare e si devono eseguire le sentenze", predica il presidente della Camera sottolineando che, a suo avviso, "c'è un valore ancora più grande e, prima delle sentenze, i soldi rubati vanno restituiti".
I sondaggi ormai parlano chiaro. L'ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera certifica il definitivo distacco che divide la Lega dal Movimento 5 Stelle. Il Carroccio, che alle elezioni di marzo 2018 aveva raccolto il 17.4%, viene dato oggi al 35,8%, con un +2,9% rispetto al 21 dicembre. I pentastellati rincorrono a debita distanza, staccati di oltre dieci punti. Oggi Luigi Di Maio può sperare di convincere appena il 25,4% degli elettori, un 1,6% in meno rispetto al 21 dicembre scorso e molti meno di quel 32,7% conquistato alle politiche del 2018. È forse anche per questo che l'ala più movimentista dei Cinque Stelle sta cercando di smarcarsi dall'alleato leghista andandolo a pungere su quei punti che maggiormente distanziano i due partiti. A sparare contro gli alleati ha iniziato ieri sera Di Battista, da poco tornato dal tour in Centro America. A Che tempo che fa Fabio Fazio gli ha servito su un piatto d'argento la sentenza sul fondi della Lega e Dibba ha colto l'occasione per far partire l'assalto. "Vanno restituiti perché sono soldi della collettività", ha tagliato corto, lapidario.
È in certe dichiarazioni livorose che scorre con maggiore evidenza il dna manettaro dei Cinque Stelle. A dar man forte a Di Battista, in un momento in cui il Movimento 5 Stelle si trova alle prese con una nutrita pletora di malpancisti a cui è profodamente invisa l'alleanza con Salvini, è accorso oggi Fico. Mentre nelle scorse ore si era limitato ad attaccare il governo e in modo particolare il Viminale per la gestione degli sbarchi, il presidente della Camera ha oggi allargato il terreno dello scontro. Non solo sull'immigrazione. È così andato a colpire laddove all'elettorato grillino fa venire maggiormente la bava alla bocca: la condanna a restituire i 49 milioni di euro al centro della vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito. "L'ho sempre detto chi sbaglia deve pagare...", ha scandito la terza carica dello Stato prima di scendere in campo a fianco di Roberto Saviano che nelle ultime settimane ha avuto molto da ridire con Salvini e che sabato è stato preso di mira da alcuni simpatizzanti leghisti.
Sebbene Dibba e Fico non lo nomino mai, è sempre Salvini il nemico contro cui colpire. Il presidente della Camera non si è chiamato fuori nemmeno dalla polemica sul "baciamano" ricevuto dal leghista in piazza ad Afragola. "È una brutta immagine che le persone non devono dare e a cui nessun politico, a partire da me stesso, deve mai strizzare l'occhio", ha commentato invitando i politici a evitare "situazioni imbarazzanti" perché "nessuno è suddito di nessuno, siamo tutti cittadini liberi".
Insomma, ora che le elezioni europee si fanno sempre più vicine e gli analisti incoronano all'unanimità la Lega in testa ai sondaggi, i grillino hanno già dismesso la casacca del fedele alleato per ingaggiare un duello senza esclusione di colpi. Poco gli importa, poi, se siedono tutti quanti nello stesso governo e i provvedimenti li prendono insieme.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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