"Dietro il caso Palamara c'è molto di più, ma è stato insabbiato"

Il ministro sulle trame ai vertici delle toghe. L'Anm: "No ad attacchi". Riforma al rush finale al Senato

"Dietro il caso Palamara c'è molto di più, ma è stato insabbiato"
00:00 00:00

Ci sono pagine buie della giustizia degli ultimi anni che secondo il ministro Carlo Nordio non sono state chiarite. Lo scandalo Luca Palamara, che aveva portato l'allora magistrato alla radiazione, terremotato il Csm e svelato le trame dietro le nomine negli uffici giudiziari, comprese tutte le persone che bussavano alla porta dell'ex toga, ha lasciato più ombre che luci: «Ma crediamo veramente che il caso Palamara si debba ridurre alle dimissioni più o meno forzate di quattro colleghi dal Csm, e a lui, che addirittura è stato radiato, o non vogliamo pensare che dietro ci fosse molto ma molto di più che è stato insabbiato?», dice a Milano Marittima, al convegno di Magistratura indipendente, moderato da Nicola Porro e da Virginia Piccolillo, con il presidente dell'Anm Cesare Parodi e l'ex presidente della Camera Luciano Violante. E ripete: «Possiamo anche credere all'asinello che vola, ma non credere che lo scandalo Palamara si sia limitato a quei quattro poveretti che si sono dimessi».

La riforma della separazione delle carriere è al rush finale in Parlamento, e all'orizzonte si apre la prospettiva del referendum. Il Guardasigilli chiede che non si trasformi in «uno scontro di civiltà, per l'amor di Dio. Mi auguro che si arrivi con toni non solo pacati ma raziocinanti, non dico amichevoli, ma certamente di attenzione imparziale verso le esigenze della politica, della giustizia e dei cittadini». Replica Parodi: «Io credo si debba passare dal concetto di conflitto a quello del confronto. Poteri dello Stato che confliggono rischiano di perdere credibilità. Ognuno deve regolarsi nel proprio ambito. Serve buona volontà, e noi sicuramente l'abbiamo. Io accetto le critiche, ma gli attacchi feriscono il magistrato nella sua professionalità». Violante ricorda che «il conflitto è necessario in democrazia, ma tra le parti politiche, non tra le istituzioni».

Sulla separazione delle carriere, il ministro sottolinea che «non esiste al mondo che vi sia un legame così stretto» tra giudici e pm e assicura che la riforma renderà la giustizia «più libera» dalle degenerazioni correntizie. Proprio quelle emerse con il caso Palamara.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica