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Dietrofront Cervinia, il nome resta

Confronto sindaco-governatore, poi l'annuncio: "Via all'iter per ripristinare la denominazione"

Dietrofront Cervinia, il nome resta

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Le Breuil? No, Cervinia! Dopo le polemiche tutto torna come prima. Almeno si spera, soprattutto qui alle pendici del Monte Cervino. Il termometro segna -3 gradi. La neve non smette di cadere. Gli spargisale vanno su e giù per le strade. Il nome della famosissima località sciistica è salvo. Per ora. Qui, i sinistri amministratori locali, in preda a un attacco di cancel culture, avevano deciso di cambiare il nome. Cervinia (ribattezzata dal regime fascista) era troppo per loro, meglio tornare a prima del 1934, al vecchio nome. Per la regione autonoma della Valle D'Aosta meglio il nome dal sapore francese.

L'umore dei cittadini è nero. Ma solo quello. Qui di camice nere non se ne vedono. Eppure, c'è chi ha provato a cancellare con un colpo di spugna 89 anni di storia. Chissà cosa avrebbe pensato Mike Bongiorno lui, che di Cervinia, è cittadino onorario. La sua statua in bronzo campeggia sulla piazza principale. «Sempre più in alto» recitava in una vecchia pubblicità degli anni 80 in cima al Monte Cervino. Ma qui, a quota 2009, a dire dei cittadini si è caduti decisamente in basso. I 700 residenti della piccola frazione del Comune di Valtournenche sono sul piede di guerra. Basta attraversare il corso per accorgersene. «Questa è Cervinia, punto!», esclama la commessa di un piccolo negozio di souvenir. «Ma le pare normale? Sarebbe stato un danno alla nostra economia!», ci dice un albergatore. Poco distante un gioielliere barbotta, ci avviciniamo. «Quando ho letto la notizia ho fatto fatica a crederci, è assurdo cambiare il nome senza alcun motivo. I turisti potrebbero fare confusione, è sbagliatissimo». Già, per alcuni polacchi reduci da una lunga sciata è difficile pronunciare perfino il nome Le Breuil. «Nel mondo ci conoscono come Cervinia, dobbiamo andare avanti, non indietro», afferma una passante. E il fascismo? «Ma cosa c'entra?!», è il coro unanime di un piccolo gruppo di amici riuniti alla baita Cretaz. Il sindaco Elisa Cicco ha deciso di non rispondere al telefono, ma ha assicurato: «Sono state avviate le procedure per ripristinare il nome di Breuil-Cervinia. L'iter riguarda la modifica dell'attuale toponimo. Invieremo alla Regione la richiesta per il cambio del nome». Un sospiro di sollievo per i cittadini anche se fu proprio lei in qualità di assessore comunale nella scorsa legislatura a firmare la delibera per il cambio del nome. Oggi, invece, si dice pentita. E sul caso è intervenuto anche il ministro del Turismo Daniela Santanchè. «Immaginatevi che da domani al bar o al ristorante dicessimo: mi da una Pemberton's French Wine Coca, perché è così che dovremmo chiamare la Coca Cola secondo la follia promossa dalla Regione Valle d'Aosta. Cambiare il nome a Cervinia, una delle località sciistiche più rinomate al mondo e simbolo dell'Italia è folle, dal punto di vista turistico ed economico, e farlo perché il nome risale al ventennio fascista è una cosa incommentabile. Vi immaginate che la Svizzera cambi il nome a Saint Moritz perché è cattolico? Ecco le follie del politicamente corretto arrivano a questo», ha tuonato. E il tuono è risuonato sui monti del Cervino tanto da far cambiare idea a chi avrebbe voluto cancellare un pezzo di storia del nostro Paese.

D'Italia.

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