L' apertura di Conte («servirebbe un tavolo di confronto e servirebbe prendere decisioni condivise») è il segno che la gravità della situazione - almeno quella politica - ha raggiunto l'acme. Conte usa anche l'espressione «cabina di regia». E interpella i presidenti dei due rami del Parlamento per trovare una modalità adeguata. Non è tempo, però, di fare melina. E l'opposizione di centrodestra sceglie di tendere la mano al governo. E in serata arriva una nota congiunta dei tre leader del centrodestra dopo che Conte aveva parlato al telefono sia con il leader leghista, che con la Meloni e con il vicepresidente azzurro Antonio Tajani.
«Oggi il governo ipotizza una cabina di regia con le opposizioni. Il ravvedimento appare tardivo - recita il comunicato congiunto di Salvini, Meloni e Berlusconi -. Il centrodestra è sempre stato a disposizione dell'Italia, ma oggi più che mai l'unica sede nella quale discutere è il Parlamento».
«Lì - spiegano - sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre. Non siamo disponibili, invece, a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate più che da una reale volontà di collaborazione dal tentativo di voler coinvolgere l'opposizione in responsabilità gravi che derivano dall'immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo». «Fin dall'inizio della pandemia - ricordano Salvini, Meloni e Berlusconi - il centrodestra, che governa la maggioranza delle Regioni, ha anteposto l'interesse dell'Italia all'interesse politico della propria coalizione. Per mesi abbiamo preparato proposte ed emendamenti, ma atteso invano che il governo ci convocasse in Parlamento, la sede istituzionale dove è giusto che avvenga il confronto tra maggioranza e opposizione. Ancora pochi giorni fa, ci è stata data notizia dell'ultimo Dpcm, soltanto poco tempo prima della sua comunicazione agli italiani. L'attuale situazione sanitaria sta precipitando anche a causa delle mancate decisioni del governo: il Paese si è presentato impreparato alla seconda ondata della pandemia che pure era ampiamente prevista e prevedibile».
Insomma le riserve sulla bontà dell'appello sono ancora forti. Tanto che Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, avverte. «Siamo disponibili a un confronto - spiega il leghista - ma più che due telefonate di circostanza non si è mai arrivati. Certamente non è responsabilità dell'opposizione la mancanza di collaborazione». Il centrodestra, insomma, ribadisce piena disponibilità alla collaborazione. Un concetto, questo, già espresso ripetutamente e in tutte le sedi nelle ultime settimane. Sulla stessa linea è Giorgia Meloni, che incalza Palazzo Chigi. «A me innervosiscono le prese in giro. Non perdo tempo». Il leader di Fratelli d'Italia torna a parlare di elezioni anticipate. «Quando usciremo da questo incubo - ammonisce -, con il Paese in sicurezza, e il contagio sotto controllo si deve tornare subito alle urne. Non si inventino altri governicchi di Palazzo con maggioranze improvvisate e premier trovati nell'uovo della prossima Pasqua». Tajani non si sottrae al confronto. Soltanto ieri era proprio lui a proporre un tavolo comune per redigere la legge di Bilancio in collaborazione con le forze di maggioranza. Il vicepresdiente di Forza Italia esprime tuttavia una perplessità. «Non so se il Movimento Cinquestelle permetterà al premier Conte di poter accogliere le nostre proposte. Sono loro che non vogliono alcun dialogo con il centrodestra ma così si fa il male dell'Italia.
Se dovessero dire un'altra volta no chi sta al governo dovrà assumersi tutte le responsabilità di quel che accadrà». «L'esecutivo farebbe bene - ricorda l'azzurro Giorgio Mulè -, a parlare con una sola voce: le nostre proposte sono già sul tavolo da marzo».
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