Dilagano le gang arabe ma a pagare nei tribunali sono i minorenni italiani

Su 14mila condannati, 4mila stranieri che però commettono il 65% dei reati

Dilagano le gang arabe ma a pagare nei tribunali sono i minorenni italiani
00:00 00:00

Strade incendiate, risse, violenza ed estremismi. Negli ultimi mesi le città italiane sono sempre più sotto scacco della delinquenza giovanile. A terrorizzare i cittadini sono principalmente giovanissimi con background migratorio: le baby gang. Milano ne è la prova: dai fatti del Corvetto al blitz anti islamico, con l'arresto di 5 ragazzi accusati di far parte di un'associazione terroristica legata ad «Al Qaeda» con a capo una ragazza pakistana di soli 18 anni. Ed ora le zone rosse: un provvedimento per arginare «la presenza di soggetti dediti alla commissione di reati e non in regola con la normativa in materia di immigrazione», si legge nel comunicato prefettizio che ha suscitato le critiche della sinistra milanese gridando al «pregiudizio e la discriminazione basato sul colore della pelle». I dati riferiti dal Ministro Piantedosi affermano però che nell'area milanese «il 65% dei reati sono commessi da popolazione straniera». Un dato che non va di pari passo con i provvedimenti giudiziari. A dirlo sono i documenti in possesso del Giornale che analizzano il fenomeno delle baby gang nei primi sei mesi del 2024, da gennaio a luglio.

A finire sotto l'occhio della giustizia sono i ragazzi italiani. Ad oggi 13.735 minori e giovani adulti, entro i 25 anni, italiani sono in carico agli uffici dei servizi sociali: ben il 76% del totale contro i poco più di 4000 ragazzi stranieri. In pratica, meno del 30% degli stranieri risulterebbe colpevole di qualche reato: si va dal furto, allo spaccio, a reati finanziari fino a reati più importanti come l'omicidio. «Con i ragazzini stranieri è più difficile - racconta al Giornale un poliziotto che preferisce rimanere anonimo - perché spesso non hanno i documenti o hanno il solo permesso di soggiorno».

L'immensa differenza si vede anche nei piccolissimi, quelli sotto i 14 anni: il 78% di chi «paga» per i reati commessi è italiano, contro il 22% straniero. Dai documenti in possesso del Giornale vediamo anche la provenienza dei ragazzi coinvolti in questo meccanismo: come già detto gli italiani rappresentano il 76%, contro i marocchini su cui pendono sentenze dei Tribunali dei Minori solo per il 4,7%, la Romania rappresenta un 3,5% mentre il Bangladesh l'0,31%.

«I procedimenti penali a carico dei giovani stranieri comporterebbero un foglio di via o un ingresso in Cpr e quindi - prosegue la nostra fonte - spesso ci troviamo costretti a cercare di sedare le risse e basta. Per gli italiani invece l'iter è molto più semplice e meno dispendioso».

A far riflettere, considerando anche i casi di cronaca all'ordine del giorno in cui sono coinvolti minori stranieri, sono i primi ingressi nei centri gestiti dai servizi sociali nei primi 6 mesi del 2024.

Su un totale di 571 bambini e ragazzi, ben 317 sono italiani e cioè il 55,5%, a seguire gli egiziani con il 7,5% e cioè 43 casi, i marocchini in cui si contano 36 casi con il 6,3%, i tunisini che sono solo 10 con l'1,75% e infine i ragazzi algerini con un bassissimo 0,4% e cioè solo 4 casi.

Insomma, secondo i dati e le sentenze, sarebbero i ragazzini italiani a finire sotto processo dopo aver compiuto la stragrande maggioranza dei reati nelle strade delle nostre città. Numeri che non risultano un'eccezione perché l'andamento negli ultimi anni è sempre stato questo: nel 2010 la percentuale di italiani rispetto agli stranieri era addirittura dell'85%, abbassandosi poi dal 2015 al 2023 intorno al 77%.

«Non è una situazione

facile, ci troviamo di fronte a bande di minorenni nella maggior parte dei casi di origine nordafricana - conclude il poliziotto - impauriscono le persone e sono spesso armati. È una situazione che si verifica ormai ovunque».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Avatar di mocnarf mocnarf
4 Gen - 17:06
@Nikos2 - Già...
Mostra tutti i commenti (8)
Avatar di TheMaster TheMaster
4 Gen - 10:20
I rimedi per arginare ci sarebbero, ma nessun politico ci pensa minimamente ad applicarli. Per reati minori, niente galera , ma lavori sociali VERI e pesanti. Se poi sei recidivo, allora galera.. Poi si facesse un minimo di educazione civica evidenziando che bulli, pseudo trapper, sballati vari sono solo dei poveri SFIGATI e non fenomeni da imitare.

Invece si sente solo bla, bla ,bla........
Avatar di Nikos2 Nikos2
4 Gen - 10:25
Finché la misura non è colma.
Avatar di mocnarf mocnarf
4 Gen - 17:06
@Nikos2 - Già...
Avatar di Tupelo35 Tupelo35
4 Gen - 10:26
I numeri parlano chiaro. Ma per la sinistra, in queste circostanze, anche la matematica può diventare un'opinione.
Avatar di CoolMI CoolMI
4 Gen - 16:31
@Tupelo35 per la sinistra la matematica E' sempre un'opinione, almeno fin quando fa comodo a loro.
Avatar di Giorgio Colomba Giorgio Colomba
4 Gen - 10:33
Ma che strano, chi l'avrebbe mai detto...
Avatar di Flex Flex
4 Gen - 12:16
E' l'effetto di un "Sistema Giudiziario" non più all'altezza delle necessità, ora la politica deve intervenire per ripristinare lo Stato di Dirutto e la certezza delle pene.
Avatar di Apollodidelo Apollodidelo
4 Gen - 13:13
Continuare a lasciare andare le cose alla deriva come avviene qui in Italia, alla fine porterà alla negazione totale di ogni garantismo per questi delinquenti nordafricani. Da un opposto all'altro, sembra vadano le società. E chi avrà voglia di buttar soldi per tenere in galera gente che si sente straniera in tutti i sensi? O di spendere tempo e altro per "recuperare" tale gente? Prevarrà la legge più elementare e intollerante al massimo, solo solo che l'attuale sistema non sia più in grado di reprimere l'indignazione del cittadino italiano e la rabbia del sentirsi invaso e non tutelato.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi