
Le dimissioni per scongiurare l'arresto. L'ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, Giancarlo Tancredi, ha rinunciato all'incarico anche - se non soprattutto, se si pensa alla tempistica - in chiave giudiziaria. Ne ha di certo parlato nell'incontro di domenica con il difensore, l'avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, con cui ha concordato la linea difensiva e le scelte da fare.
Presentandosi questa mattina, come terzo indagato in agenda, davanti al gip Mattia Fiorentini per l'interrogatorio preventivo spogliato di ogni carica, ha "disinnescato" l'esigenza di arrestarlo, come vorrebbero invece i pm. La riflessione è questa: se i reati ipotizzati li ho commessi da assessore, ora che non sono più assessore non posso reiterarli. Non è necessario dunque chiudermi ai domiciliari (la reiterazione del reato è l'unica esigenza cautelare rimasta in campo). Anche se, sembra certo, Tancredi intende difendersi davanti al giudice anche nel merito, respingendo punto per punto le accuse di concorso in corruzione, falso e induzione indebita nell'aver contribuito a pilotare le pratiche edilizia a favore degli operatori privati.
Stessa mossa strategica per un altro dei sei indagati su cui pende la richiesta di arresto, cioè Federico Pella, per cui i pm della maxi inchiesta sull'urbanistica chiedono il carcere e che oggi sarà l'ultimo interrogato della giornata. Ieri infatti Pella ha rassegnato le dimissioni da ogni carica sociale e operativa nella società di ingegneria J+S che, in una nota, si dichiara "del tutto estranea ai fatti oggetto di indagine" e afferma "l'assoluta correttezza" del suo operato, "costantemente improntato al rispetto della legalità". Difesa dall'avvocato Luca Lupària Donati, la società "ha rafforzato competenze e poteri dell'Organismo di vigilanza interno, in coerenza con un modello gestionale improntato all'integrità e alla massima trasparenza". J+S "continuerà a prestare la massima collaborazione alle Autorità inquirenti".
Nel primo pomeriggio sarà interrogato Manfredi Catella, ceo di Coima, difeso dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, mentre la società è assistita dall'avvocato Paola Severino. Nei giorni scorsi Catella aveva anticipato in un comunicato agli stakeholder che dopo l'interrogatorio di oggi avrebbe reso pubblica la propria memoria difensiva "nello spirito di trasparenza e apertura che contraddistingue da sempre l'operato di tutte le persone di Coima" e "data anche l'inopportuna diffusione a livello mediatico sia nazionale sia internazionale dei contenuti della relazione della Procura". Tuttavia su questo punto Catella ha poi rivisto la decisione, anche lui probabilmente dietro consiglio dei legali. Non divulgherà la memoria difensiva né rilascerà dichiarazioni ai giornalisti, ma si limiterà a diramare una nota sintetica. Questo per non contrariare, con una presa di posizione pubblica, il giudice che deve decidere sulla richiesta di domiciliari a suo carico.
Intendono parlare e difendersi dalle accuse anche gli altri tre indagati sottoposti a interrogatorio: l'ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, l'ex componente della stessa commissione comunale, Alessandro Scandurra, e il costruttore e patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri. Tutti e tre rischiano il carcere. Anche loro risponderanno alle domande del gip o depositeranno memorie. Gli interrogatori al settimo piano del Palazzo di giustizia milanese andranno avanti tutto il giorno, ma nessuna decisione verrà presa oggi stesso sulle misure invocate dalla Procura. Il gip Fiorentini, che potrebbe accogliere le richieste, respingerle oppure applicare un tipo di misura cautelare diversa dall'arresto, si prenderà verosimilmente alcuni giorni. Non ci sono, per legge, termini previsti per la pronuncia.
Tra l'altro sempre oggi e sempre al settimo piano, nella stanza accanto a quella degli interrogatori preventivi, è prevista un'altra udienza chiave sull'urbanistica.
Questa volta si tratta dell'udienza preliminare davanti al gup Alessandra Di Fazio sul caso delle Park Towers di via Crescenzago, in zona parco Lambro. Il giudice deciderà se mandare a processo i sei imputati - c'è anche Bezziccheri - accusati di presunti abusi edilizi.