Cronache

Diomede, l'oggi e il domani divisi da 4 chilometri di mare

Sono due isolette vicine, una russa e l'altra americana che festeggiano il Capodanno con 21 ore di differenza

Diomede, l'oggi e il domani divisi da 4 chilometri di mare

Viste dal mare sembrano due enormi dorsi di balene affiancate. Intorno, la fluorescenza bianca di un mare ghiacciato. In mezzo a queste due isole è inciso il confine tra due Stati, due mondi, due storie e anche due tempi completamente diversi. La Piccola e la Grande Diomede, nello stretto di Bering, si trovano ad appena tre chilometri e ottocento metri l'una dall'altra, ma tra loro passa la linea internazionale del cambio di data. Quando nella Piccola Diomede, americana, è oggi, nella Grande, la russa, è domani. Pur così vicine hanno una differenza oraria di 21 ore, praticamente un giorno. Quando nella grande isola, Imaklik, la russa, a ovest, sarà il 2019 nella piccola, l'americana Inalik, è ancora il 2018. Eppure si guardano e quasi si toccano. Tre chilometri non sono niente. Ma il passato vede il futuro e il suo contrario.

Qui si inverte anche il concetto europeo di Est e di Ovest in relazione alle due super potenze, perché la Russia, con la Siberia, è a occidente, mentre il continente americano, con l'Alaska, è a oriente.

Nelle isole dello Ieri e del Domani si può quindi rivivere il giorno appena passato imbarcandosi per pochi minuti. È il luogo dove si può replicare il presente, correggendosi o ripartendo da capo. E guardare il futuro, il domani, di fronte a sé. La ripetizione dell'oggi spostandosi nella Little Diomede significa rientrare nella Grande senza aver vissuto qui lo «ieri».

Ponendo un tempo di navigazione di mezz'ora per coprire la distanza tra le due isole, se un uomo si imbarca dalla Grande Diomede russa per la Piccola americana alle otto del mattino, si ritroverà a Inalik alle 11 e mezzo del giorno prima, e potrà quindi rivivere lo stesso giorno del calendario quasi dalla colazione. Il tramonto avviene ovviamente nello stesso momento, ma la Grande Diomede lo percepisce all'una del pomeriggio, nella Piccola il sole scende sotto il mare alle quattro. Del giorno precedente.

Questa macchina del tempo del Pacifico si trova poco al di sotto del Circolo polare artico, tra ghiaccio, neve, foche, balene e molta nebbia. La grande Diomede misura 29 chilometri quadrati, la piccola appena sei. L'ipotesi dei viaggi avanti e indietro nel tempo è remota per le condizioni estreme del clima, e perché dal 1948 la Russia ha trasferito in terraferma tutti gli abitanti della Grande Diomede, rendendola solo un avamposto militare con una stazione polare. L'unica ad essere abitata è quindi Little Diomede, con una manciata di case affacciate proprio sulla Big, un centinaio di residenti che vivono di caccia e pesca e una scuola per una ventina di ragazzi dalle elementari alle superiori. Un tempo però il passaggio tra le due isole era una consuetudine, ghiaccio permettendo.

Il primo a scoprirle fu l'esploratore russo Semen Deznev, nel 1648. Ma solo nel 1728 il navigatore danese Vitus Bering, inviato da Mosca, ne inquadrò l'esatta posizione. Bering diede il nome al braccio di mare del punto dell'Oceano più stretto tra i due grandi continenti, e le isole presero il nome del martire a cui era dedicato il giorno della loro scoperta, Diomede di Tarso. Nel 1847 la Russia vendette l'Alaska e la piccola Diomede agli Stati Uniti. In piena Guerra Fredda questo luogo divenne un simbolo quando l'americana Lynne Cox coprì l'intera distanza a nuoto affrontando l'acqua a 5 gradi. Fu poi ricevuta al Cremlino da Mikhail Gorbaciov.

Da più di 150 anni vive il sogno di unire i due continenti. Negli ultimi anni la Russia e la Cina si sono fatte avanti prima con un progetto di ponte lungo 80 chilometri, poi con l'idea di un tunnel sottomarino, e più di recente con l'ipotesi comune di nuovo di un ponte con annessi gasdotto e oleodotto, che sarebbe il più lungo al mondo ma che comporterebbe uno sforzo ingegneristico senza pari (tra le difficoltà, la presenza di iceberg e le temperature proibitive).

Questo angolo del mondo sta tornando ad essere di interesse mondiale. Prima il passaggio per le rotte antartiche era quello a nord-ovest, via Alaska. Con l'innalzamento delle temperature e il parziale scioglimento dei ghiacci è diventato possibile per un paio di mesi l'anno sfruttare l'arco di nord-est, passaggio su cui la Russia sta rivendicando piena priorità. Mosca ha posto l'accesso esclusivo delle sue navi che trasportano gas naturale e petrolio.

Ma intanto, dopo un secolo di isolamento, il governo Trump ha appena inserito la piccola Diomede nel piano Eas (Essential Air Service) rendendola finalmente raggiungibile non da sporadici elicotteri, ma da piccoli aerei, seppure su una pista ricoperta di ghiaccio per buona parte dell'anno.

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