
«Impiegherò ogni sforzo perché la pace si diffonda»: è l'ennesimo appello affinché cessino le ostilità che arriva da Papa Leone XIV, ricevendo in udienza i partecipanti del Giubileo delle Chiese Orientali.
«La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace». Alla vigilia dell'incontro di Istanbul sull'Ucraina che si tiene oggi il Pontefice ribadisce il sostegno del Vaticano e della Chiesa.
«I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo! La Chiesa non si stancherà di ripetere: tacciano le armi. E vorrei ringraziare Dio per quanti nel silenzio, nella preghiera, nell'offerta cuciono trame di pace; e i cristiani - orientali e latini - che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle».
Il grido del Papa si fa ancora più forte: «La guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare».
Il Papa cita la Lettera apostolica di Giovanni Paolo II Orientale lumen: «La sua preoccupazione di allora è molto attuale, perché ai nostri giorni tanti fratelli e sorelle orientali, tra cui diversi di voi, costretti a fuggire dai loro territori di origine a causa di guerra e persecuzioni, di instabilità e povertà, rischiano, arrivando in Occidente, di perdere, oltre alla patria, anche la propria identità religiosa». E sull'orrore delle guerre, «sui massacri di tante giovani vite, che dovrebbero provocare sdegno» si staglia un appello, che «non è tanto quello del Papa, ma di Cristo, che ripete: 'Pace a voi!'».
Sul tema della pace in Ucraina è intervenuto anche il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. «Noi speriamo sempre che ci siano spiragli di pace. Siamo contenti che finalmente ci sia la possibilità di un incontro diretto sottolinea a margine di un incontro alla Gregoriana, parlando dell'incontro di oggi in Turchia - speriamo che lì si sciolgano i nodi che esistono e che si possa avviare un percorso di pace».
La speranza è che l'incontro a Istanbul «sia un punto di partenza serio per arrivare a mettere fine a questa tragica guerra. Il Papa aggiunge Parolin rinnoverà, come ha già fatto più volte dall'inizio del suo Pontificato, l'appello per la fine della guerra. Noi siamo sempre disponibili a offrire anche uno spazio. Parlare di mediazione è eccessivo ma per lo meno di facilitazione dell'incontro».
A proposito di una visita di Leone XIV a Kiev, il segretario di Stato risponde che è «prematuro» parlarne, anche se «c'è stato l'invito del presidente Zelensky e adesso il Papa valuterà che cosa fare».
Più probabile che il primo viaggio internazionale di Leone XIV sia a Nicea, in Turchia. Ma sulla questione ucraina, domenica 18, per la messa di insediamento, sul sagrato di San Pietro ci sarà anche Zelensky. Sarà la prima occasione per un faccia a faccia con il Papa statunitense.