Coronavirus

'Discoteche? Inevitabile riaprano'. Ecco la mail che scagiona Solinas

Il presidente della Sardegna sotto attacco. Ma sulle discoteche c'era il via libera del Cts. E le opposizioni chiedevano di valutare la riapertura con un ordine del giorno bipartisa

'Discoteche? Inevitabile riaprano'. Ecco la mail che scagiona Solinas

Il parere favorevole del Cts sardo alla riapertura delle discoteche in Costa Smeralda esiste. Non si tratta di un verbale, ma è contenuto in una mail inviata da Stefano Vella, membro del Comitato, al direttore generale della sanità della Sardegna, Marcello Tidore. “Ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu, ma a lui e me va bene - si legge - Perché sono solo all’aperto ed è inevitabile e necessario che riaprano”.

Da qualche giorno il presidente Christian Solinas è vittima del fuoco incrociato di media e oppositori politici a causa dell’ordinanza che l’11 agosto ha permesso alle discoteche della Sardegna di ospitare turisti festanti. I balli troppo riavvicinati e senza protezioni avrebbero provocato un incremento dei contagi in Regione, così le inchieste di Report, e le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, hanno subito puntato il dito sulle presunte “pressioni” degli imprenditori del settore. Il resto viene da sé. La procura ha inviato la polizia in Regione per acquisire tutti i documenti del caso, sta valutando se procedere con l'indagine per epidemia colposa. E anche se fonti dell’Unione Sarda sussurrano che i pm cagliaritani siano già sulla strada dell’archiviazione, la polemica politica divampa. E non si spegnerà certo rapidamente.

Torniamo allora a quella prima metà di agosto. Nel pieno dell’estate italiana, Regioni e governo discutono sull’opportunità o meno di tenere aperte le discoteche per Ferragosto. Il ministro Boccia si dice contrario, i governatori (pure quelli di centrosinistra) sono invece dell’idea opposta. Alla fine quasi tutte le Regioni decidono di permettere ai giovani di ballare: lo fanno l’Emilia Romagna di Bonaccini, la Puglia di Emiliano e il Lazio del segretario dem Zingaretti. Solinas invece è titubante, e non lo nasconde. A fine luglio aveva chiesto un "passaporto sanitario" per i turisti e per questo aveva rimediato le reprimende di tutta Italia. Fatto sta che, all'inizio propensa a usare il pugno duro, alla fine la Giunta decide di dare il via libera. Il permesso dura cinque giorni (11-15 agosto), solo all'aperto e con un distanziamento in pista di due metri. In fondo, e questo va sottolineato, tra le meraviglie dell'Isola in quelle ore si contano solo 1.461 casi, 134 vittime e un incremento giornaliero di contagi di appena 20 unità. Numeri decisamente inferiori alle altre zone d'Italia.

Per uno strano scherzo del destino, però, le telecamere di Report si concentrano solo sulla patria del briatorismo e dei locali dei Vip. L'attacco si muove su più fronti, come da copione. Ieri Repubblica ha pubblicato un documento secondo cui dal Cts sarebbe arrivato parere negativo alla riapertura delle discoteche. “Quell’atto - spiegano però dalla Regione - non è riferito all'Ordinanza n. 38 dell'11 agosto 2020, ma ad una bozza di linee guida regionali per il settore delle discoteche, mai adottate. L'ordinanza n. 38, infatti, assunta in condizioni di curva epidemiologica prossima allo zero, ha seguito un differente iter procedimentale, che ha comunque previsto prescrizioni più stringenti rispetto alle linee guida nazionali e coerenti con le osservazioni espresse dal comitato tecnico scientifico regionale”.

Il vero parere per la riapertura, come detto, è infatti arrivato. La mail, che ilGiornale.it ha potuto visionare, è datata 11 agosto e risulta firmata da Stefano Vella, infettivologo già direttore del Dipartimento del Farmaco presso l'Istituto Superiore di Sanità ed ex presidente dell’Agenzia del farmaco (Aifa). Tra i destinatari, oltre Tidore, anche i membri del Cts Francesco Cucca, Giovanni Sotgiu, Piero Cappuccinelli. Scrive Vella: “Ho sentito per il momento solo Giovanni Sotgiu, ma a lui e a me va bene. Perché sono solo all’aperto ed è inevitabile e necessario che riaprano. Oltre ai controlli delle forze dell’ordine che andranno rinforzati”. Oggi l'infettivologo, intervistato da Repubblica, sostiene si trattasse solo di un modo per "ridurre il danno di una scelta politica già presa". Anche se le sue parole nella mail appaiono chiare. E comunque il parere non sarebbe stato neppure obbligatorio ma, fa sapere una fonte qualificata al Giornale.it, si è trattata solo “una precauzione in più”.

Il bello è che anche le opposizioni ritenevano necessario intervenire. L’11 agosto in Consiglio viene approvato un ordine del giorno bipartisan che "impegna la Giunta regionale sentito il comitato tecnico scientifico, a valutare l’opportunità di adottare atti idonei a rendere possibile l’apertura di tali esercizi, nel rispetto, qualora fosse possibile, di norme che garantiscano la sicurezza e il distanziamento". Non solo. Perché quando durante la riunione arrivano notizie sull'intenzione del governatore di tenere le serrande abbassate, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus prende la parola per dire che secondo lui occorre “tener conto dei problemi e delle istanze presentate da quegli imprenditori e da quel settore”. Lo stesso fa anche Massimo Zedda, grande accusatore di Solinas nel servizio di Report, il quale di fronte alla impossibilità di balli ferragostani già immaginava il sorgere “come funghi” di “feste non autorizzate in luoghi ingestibili da ogni punto di vista della sicurezza”. Tutti più o meno concordi, insomma.

Ma la colpa è solo del governatore Solinas.

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