Dopo distinguo e accuse il Campo largo dilaniato alla fine si ammutolisce

Silenzio assordante di dem e 5 Stelle. E Schlein sposta il tiro su Israele

Dopo distinguo e accuse il Campo largo dilaniato alla fine si ammutolisce
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Il "campo largo" reagisce al vertice di Washington con un silenzio tanto assordante quanto irreale. Del resto, il persistere di linee politiche tutte diverse tra loro sul conflitto tra Russia e Ucraina non consente a Elly Schlein (foto) di prendere una posizione netta. Nel giorno in cui la premier Giorgia Meloni recita un ruolo di primo piano nel summit tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, la segretaria dem, via social, si occupa delle "voci di dissenso" in Israele. Un esempio plastico di benaltrismo in salsa geopolitica. Lo stesso ha fatto Alessandro Zan. Il Pd, non è una notizia, è più spaccato sull'Ucraina di quanto lo sia sull'altrettanto atroce conflitto mediorientale. I riformisti sostengono Zelensky senza se e senza ma. L'ex premier Paolo Gentiloni ha invitato l'Occidente a compiere "scelte difficili". Per il dem, il vertice in Alaska è stato una "vittoria di Putin" e una "umiliazione per l'Occidente". Enrico Letta, a sua volta ex premier, ha scritto via X che un bilaterale sull'Ucraina senza l'Ucraina non può dare esiti positivi. La nuova generazione guidata da Schlein, tutta armocromia ed ecologismi, è invece per una non precisata visione pacifista. E certo non è occidentalista come i pochi centristi rimasti tra i dem. Due posizioni distinte, che si guardano da lontano, sempre più da lontano. La leader del Pd è isolata in Unione europea per la sua contrarietà a "Rearm Europe". Il controcanto di Pina Picierno, europarlamentare dem, arriva ormai su più o meno tutte le considerazioni di Schlein in materia di politica estera.

Il Movimento 5 Stelle, oggi come subito dopo l'invasione da parte della Russia, spinge per un pacifismo senza aiuti dall'inevitabile esito filo-russo. I grillini hanno scelto di occuparsi di tutt'altro. In ordine, il M5S ha concentrato i suoi sforzi sul patto con il Pd sulla Toscana, sul bloccare il progetto taser di Ventimiglia, sul rilanciare il salario minimo e sul criticare la nomina del vertice dell'Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale. Su tutto, insomma, pur di sorvolare sulla proposta italiana alla soluzione della guerra che impazza ai confini europei dal 2022. Il resto del "campo largo" ha a sua volta problemi. Alleanza Verdi-Sinistra, sul tema, si è piazzata a metà tra il pacifismo alla Schlein e il pacifismo alla Conte. In ogni caso, il sostegno incondizionato all'Ucraina non è di casa tra gli ambientalisti di Angelo Bonelli e tra i post-comunisti di Nicola Fratoianni. Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda sono, con assoluta convinzione, nel campo occidentale. Il quadro, insomma, è troppo frastagliato per poter reagire a un incontro di portata mondiale come quello di ieri.

I brandelli di "campo largo", però, non si palesano soltanto attorno alle due guerre

al centro delle preoccupazioni di tutto il globo terrestre. L'unico collante in questo ambito, per il centrosinistra, è l'antitrumpismo. Proprio come in Italia il "campo largo" è tenuto insieme soltanto dall'antimelonismo.

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