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Dl Dignità, FdI boccia il provvedimento. Meloni: "Fatto solo di divieti"

Durante una conferenza stampa alla Camera, Francesco Lollobrigida, Marco Osnato, Walter Rizzetto, Adolfo Urso e Giorgia Meloni hanno annunciato che FdI voterà contro il decreto se non verrà modificato

Dl Dignità, FdI boccia il provvedimento. Meloni: "Fatto solo di divieti"

"Chi vuole fermare il decreto Dignità sappia che deve passare sul mio copro", lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio tornando sugli attacchi al dl in votazione alla Camera. Ma a molti esponenti politici, la sua "minaccia" non fa paura. Anzi. Fa ancora di più infuriare. Giorgia Meloni, ad esempio, in una conferenza stampa alla Camera ha tuonato che è solo un "decreto visibilità che serviva a Di Maio per non rischiare di restare schiacciato da altri esponenti del governo". E dopo queste parole ha annunciato che Fratelli D'Italia darà il voto contrario se il testo non sarà profondamente modificato.

La presidente di FdI insieme al capogruppo Francesco Lollobrigida, ai deputati della commissione Finanze Marco Osnato e del Lavoro Walter Rizzetto e al senatore Adolfo Urso, hanno bocciato di netto il provvedimento che da lunedì prossimo sarà all'esame dell'aula di Montecitorio. "Un decreto fatto esclusivamente di divieti - continua la Meloni - che ricalca lo schema degli anni '70 della lotta di classe. Ma quell'Italia non c'è più. Serve un'alleanza con il mondo produttivo, non ha senso tornare a prendere a schiaffoni il datore di lavoro. La disoccupazione e la precarietà non si combattono per editto".

Giorgia Meloni non ha dubbi e si batte con tutte le sue forze per bloccare il dl Dignità: "Non ha senso alzare la tassazione ma bisogna detassare sui contratti a tempo indeterminato. Per noi ha senso dire che più assumi, meno paghi. Purtroppo mi pare che la maggioranza si sia chiusa a riccio. Nonostante le nostre proposte siano di buon senso, sono state bocciate in commissione e nonostante rispecchino il programma di centrodestra. E anche la Lega si era impegnata su questo in campagna elettorale...".

A farle eco ci pensa Walter Rizzetto, deputato FdI in commissione Lavoro alla Camera. "ll decreto Dignità fa solo mero marketing politico, crea disoccupazione e non ha alcuna visione prospettica del lavoro - dice -. Alla fine l'unico lavoro che creerà questo provvedimento sarà per avvocati e giuslavoristi". Secondo l'esponente di Fratelli d'Italia, "Di Maio è il nuovo Matteo Renzi perché lascia il contratto a tutele crescenti voluto da Renzi e di fatto va a quantificare il costo del licenziamento illegittimo".

Della stessa idea è il senatore Adolfo Urso: "Il decreto Di Maio dovrebbe chiamarsi decreto disoccupazione, perché è punitivo per le imprese e per il lavoro, introduce più vincoli, conflitti e burocrazia, ed è contrario al programma del centrodestra sulla cui base sono stati eletti anche i parlamentari leghisti". L'onorevole ha poi voluto evidenziare il carattere "non ostruzionistico degli emendamenti Fdi". Gli esponenti di Fratelli D'Italia, infatti, ci tengono a precisare che il loro partito non ha nessuna intenzione di contrastare a priori le scelte del governo.

Il capogruppo FdI alla Camera, Lollobrigida, ha ricordato che il gruppo guidato da Meloni non ha presentato pregiudiziali al decreto per mantenere un "clima di collaborazione" in continuità con l'astensione sulla fiducia al governo Conte ma, accusa, "abbiamo trovato una chiusura totale. I nostri emendamenti, non ostruzionistici, sono stati bocciati. Questo decreto è un vero danno per la nazione e metterà in difficoltà tanti lavoratori e tanti imprenditori".

Secondo Rizzetto, invece, si tratta di un "decreto omnibus che serve solo per dare una risposta mediatica da rivendersi su qualche pagina Facebook", inoltre "crea disoccupazione e ci sono già i primi licenziamenti, non solo fuori ma anche dentro la Camera dei deputati". E mostra così un documento del Ministero dell'economia e finanze "che certifica la disoccupazione dei prossimi anni.

Non sono le opposizioni brutte e cattive a dirlo".

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