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Donald chiude la catena Marriott a Cuba. E lo Sheraton dell'Avana diventa comunista

Washington revoca la licenza al colosso alberghiero. Che sarà nazionalizzato

Donald chiude la catena Marriott a Cuba. E lo Sheraton dell'Avana diventa comunista

San Paolo. L'hotel Sheraton Four Points dell'Avana, l'unico di una società americana a Cuba, cesserà di essere gestito da Marriott ad agosto, quando scadrà la sua licenza. È stata la stessa multinazionale alberghiera del lusso a rendere noto che l'amministrazione Trump non ha rinnovato la sua licenza per operare sull'isola caraibica. «Qualche giorno fa abbiamo ricevuto la notifica che la licenza rilasciata dal nostro governo non ci verrà rinnovata, il che costringe Marriott a sospendere le sue operazioni a Cuba», ha dichiarato ieri al Miami Herald Kerstin Sachl, direttore delle pubbliche relazioni della società per l'America Latina e i Caraibi. «Il Dipartimento del Tesoro ci aveva già comunicato ha spiegato Sachl - che le nostre operazioni a Cuba dovranno cessare prima del prossimo 31 agosto e che non ci sarà permesso di gestire altri hotel sull'isola». Un duro colpo per il simbolo per eccellenza del settore alberghiero dell'extralusso statunitense anche perché l'inaugurazione dello Sheraton Four Points era avvenuta in pompa magna appena quattro anni fa, nel 2016, quando grazie all'apertura di Obama, molti investitori «a stelle e strisce» erano sbarcati sull'isola simbolo del socialismo. Inoltre dal 1959, quando Fidel Castro cacciò il dittatore Fulgencio Batista appoggiato da Washington, non si era mai vista una multinazionale Usa gestire un hotel a Cuba.

Dopo avere bloccato le crociere e ridotto al lumicino i voli e la possibilità di inviare le rimesse in dollari dagli Stati Uniti- ora il massimo è 1000 dollari ogni tre mesi- Trump ha dunque deciso di abbattere la scure delle sanzioni anche su tutte le imprese controllate dai militari e dai servizi segreti cubani, il famigerato G2. Lo stop imposto a Marriott era dunque inevitabile visto che l'hotel Sheraton, seppur gestito da una multinazionale Usa, è di proprietà dell'impresa Gaviota, controllata direttamente dai militari della dittatura più vicini a Raúl Castro che, pur non essendo più presidente, controlla di fatto tutti i business all'Avana.

Mercoledì scorso il Dipartimento di Stato Usa aveva già sanzionato altri hotel e alcune compagnie, tra cui la Fincimex, la compagnia cubana che elabora tutte le rimesse che arrivano sull'isola. Un duro colpo visto che Fincimex, controllata da GAESA, il conglomerato di società militari della dittatura, è rappresentante della società statunitense Western Union, attraverso la quale migliaia di emigranti cubani inviano il loro denaro dall'estero ai parenti rimasti a sull'isola. Adesso arriva anche lo stop a Marriott e alle sue ambizioni di iniziare a gestire quest'anno lo storico hotel Inghilterra, oltre allo Sheraton.

Secondo alcuni analisti, a fare accelerare le sanzioni contro Cuba di Trump sarebbe stato l'arresto di molti cubani e venezuelani che, per conto dei loro rispettivi governi, nei giorni scorsi sono stati pizzicati mentre pagavano i vandali del movimento Antifa che da oltre una settimana stanno mettendo a ferro e fuoco New York e altre città statunitensi.

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