"Il mio obiettivo era colpire un dipendente Unicredit. Io lavoravo per Unicredit e sono stato buttato fuori. Mi sono appostato nel luogo dove è avvenuto il fatto con lo scopo di colpire il mondo della finanza presso cui ho lavorato": così ieri Vincenzo Lanni, arrestato per aver accoltellato lunedì mattina in piazza Gae Aulenti a Milano Anna Laura Valsecchi, ha spiegato il proprio gesto rispondendo alle domande del gip Rossana Mongiardo. Dopo l'interrogatorio il giudice ha convalidato il fermo del 59enne e disposto la custodia cautelare in carcere per tentato omicidio aggravato.
"Lanni - continua il giudice nel provvedimento di convalida - ha maturato e mantenuto il proprio proposito" di uccidere "per un lasso di tempo non indifferente, ovvero pari a circa cinque giorni, procurandosi i mezzi necessari per portare a compimento la propria intenzione e premurandosi, infine, di effettuare uno studio accurato del luogo dell'azione". Come dichiarato dallo stesso indagato, già sabato aveva fatto un sopralluogo in piazza Gae Aulenti. Il giudice ha dunque riconosciuto l'aggravante della premeditazione. L'uomo lavorava, lo ha raccontato ieri, "per una società di informatica di Milano, che mi mandava dei clienti finali. Negli ultimi anni c'è stato come cliente Unicredit". Dopo essere stato allontanato dalla comunità di recupero in provincia di Varese di cui era ospite, Lanni è arrivato a Milano con "due opzioni: o mi richiamano in comunità o faccio questo per vendetta, per rivalsa verso chi mi ha buttato fuori circa 10-12 anni prima". Per il giudice c'è "un pericolo, concreto ed attuale, di reiterazione" che si desume "dalla gravità del fatto commesso e dalla personalità" dell'aggressore che ha scelto "per caso" la sua vittima e per motivi "assolutamente ingiustificati".
Le dichiarazioni rese dall'indagato "non sono altro che un'ulteriore conferma della sua pericolosità sociale e della sua completa incapacità di comprendere la gravità di quanto commesso, posto che egli ha raccontato i fatti con estrema lucidità e con la convinzione di aver agito correttamente, sentendosi vittima dell'ingiustizia del sistema". L'avvocato Beatrice Lizzio ha definito Lanni "angosciato" per la vittima.