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Donna di destra ma premier di tutte: la vera sfida per Giorgia Meloni

La lunga traversata del deserto è terminata. Adesso è l'ora del peso della responsabilità. Non solo di governare, ma anche (forse soprattutto) di essere la prima donna presidente del governo in Italia

Donna di destra ma premier di tutte: la vera sfida per Giorgia Meloni

La lunga traversata del deserto è terminata. Adesso è l'ora del peso della responsabilità. Non solo di governare, ma anche (forse soprattutto) di essere la prima donna presidente del governo in Italia. Giorgia Meloni ne è consapevole e lo ha detto senza fronzoli ieri alla Camera: "Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste. Donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore". E via con un lungo elenco bipartisan di donne, tra cui Nilde Iotti e Tina Anselmi.

Anche Giorgia ha osato. Eccome se l'ha fatto. Non si possono tracciare linee rette che uniscano la destra di oggi e quella di cinquanta o settant’anni fa, ma se si percorre a ritroso la storia si coglie nettamente che senza lo sforzo e il sacrificio delle prime non sarebbe arrivato il successo delle seconde. Sono due cose strettamente legate. Il passato e il presente. Tra gli scrittori di riferimento del leader di Fdi c'è Tolkien, il quale ha dato vita al personaggio di Éowyn, una donna cui non pesa il ferro della spada, che non vuole sembrare uomo, che non è femminista e che, a fianco degli uomini, insieme a loro, con pari dignità, combatte la guerra contro il Male con coraggio e fermezza.

Essere donna di destra significava scontrarsi con un pregiudizio ideologico e antropologico. La ragazza di destra, vista da sinistra, è sempre stata l’opposto della donna emancipata. Ma oggi la storia impartisce una nuova lezione.

Il fardello è grande perché grande è stata la fatica per arrivare a questo giorno. La stessa Meloni, in una intervista contenuta nel libro La donna s'è destra (Giubilei Regnani) spiegava: "Le difficoltà e le resistenze ci sono state e ci sono ancora, ma è vero quello che diceva, l’allora sindaco di Ottawa, Charlotte Whitton: 'Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà'. Nessuno mi ha regalato nulla: ogni cosa che ho è frutto di tanto lavoro, studio e sacrificio perché, a destra, sono il merito e l’impegno che fanno la differenza (...) Ne Il Signore degli Anelli Tolkien lo dice molto meglio di quanto possa farlo io: 'Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare'".

Adesso, di impegno, ce ne vorrà ancora di più. Adesso Giorgia Meloni si deve far carico delle istanze e dei bisogni delle donne, non sono di quelle che provengono dal mondo di destra, ma anche di quelle che la criticheranno, che sono lì ad aspettare il primo passo falso, che scenderanno in piazza per esprimere il loro dissenso. "Siate libere di farlo", ha chiosato ieri Giorgia. La libertà di essere contro ma senza esercitare violenza. E lo dice una che la violenza l'ha vista e vissuta. Nelle piazze, nelle università e nei racconti di chi ha più anni di lei.

Il peso più grande è il fardello invisibile dell'incompiutezza, del fallimento, del restare ancorati a una parte della storia. Il fine più nobile è rimanere donna di destra ma premier di tutti.

E soprattutto di tutte.

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