Donna identificata, si stringe il cerchio sul colpevole. Giallo sulla morte

La vittima ha 30 anni, bionda, 165 cm: non è stata né violentata né uccisa

Donna identificata, si stringe il cerchio sul colpevole. Giallo sulla morte
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Ci sono ancora parecchi interrogativi sul giallo di villa Pamphili a Roma dove, sabato scorso, sono stati trovati i corpi di una donna e di una neonata di 6 mesi. Ma le indagini hanno avuto un'improvvisa accelerata. Innanzitutto è stata quasi identificata la donna: gli inquirenti spiegano che ci vorranno ancora «uno o due giorni» per confermare le informazioni ma, a quanto pare, è stato molto utile diffondere le sue caratteristiche (bionda, 30 anni circa, alta 164 centimetri, 58 chili di peso) e i suoi tre tatuaggi, con disegni lituani, che confermano la sua provenienza dall'Europa dell'Est.

La seconda grossa novità riguarda il killer: il cerchio attorno a lui si stringe sempre di più grazie alle testimonianze di alcune persone - tra cui un ragazzo minorenne - che avrebbero visto un uomo nel parco con in braccio la neonata. Gli inquirenti hanno lavorato su alcuni reperti trovati a poca distanza dal luogo del ritrovamento tra cui anche i resti di una tenda, simile a quelle che vengo date dalle associazioni che si occupano dei senza fissa dimora. Forse grazie a questa tessera del puzzle e alle testimonianze raccolte si è riusciti a risalire alla coppia - madre e figlia - che da alcuni giorni viveva all'interno della villa. Con loro, come raccontato da alcuni testimoni, c'era anche un uomo che è stato visto da un gruppo di ragazzi e da una donna la sera prima del ritrovamento con in braccio un fagotto a poca distanza da dove il corpicino della piccola è stato abbandonato senza vita. L'indagine è sostenuta anche da una serie di analisi i cui risultati arriveranno nei prossimi giorni. La Scientifica è già al lavoro su una serie di oggetti, compreso una tutina rosa trovata in un secchio dell'immondizia, che apparterebbe alla bimba. Per gli inquirenti la donna potrebbe avere partorito all'estero e raggiunto l'Italia, forse a bordo di bus, recentemente. L'autopsia ha confermato che la madre allattava la bambina che, però, al momento della morte presentava lo stomaco completamente vuoto. La morte della madre risale ad almeno cinque giorni prima, se non addirittura sette. Il suo corpo, nudo e coperto da una busta di plastica e in avanzato stato di decomposizione, era stato portato e lasciato in quel punto da qualcuno, forse la stessa persona che ha poi deciso di uccidere la piccola. Gli esami istologici dovrebbero fornire elementi sulle cause del decesso della 30enne: sono state escluse l'aggressione violenta e l'overdose. Chi indaga non esclude che la morte possa essere arrivata per cause naturali. Poi la bimba, in balia di quell'uomo, ha trovato la morte.

Della donna e della bambina non c'era traccia negli ospedali, al Sert, nelle banche dati delle forze dell'ordine, nelle segnalazioni di persone scomparse, né in Italia né all'estero, e questo ha reso così complessa l'identificazione.

I punti da chiarire sono ancora parecchi: innanzitutto, se uno dei due casi non è un omicidio e tra le due

morti passano almeno cinque giorni, perché chi ha ucciso la neonata è tornato in quel punto del parco, quando avrebbe potuto disfarsi ovunque di un cadavere così piccolo senza per forza lasciarlo vicino a quello della madre?

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