
"Palesi atti unilaterali illegittimi contro l'Iran". Con queste parole Teheran, tramite il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, chiede al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di prendere misure urgenti contro quella che ha definito una "spaventosa violazione del diritto internazionale". Ma non è, il regime iraniano, nella posizione di dare la patente di non agibilità internazionale a Israele e Usa, dal momento che esso stesso ne ha fatte parecchie di violazioni. Tutte sistematiche e certificate.
Partiamo con il ruolo e le azioni delle guardie rivoluzionarie iraniane che, tramite le proprie armate, premono in Libano, Siria, Iraq, Gaza e che hanno svolto anche un ruolo chirurgico nella guerra in Ucraina. A Damasco i vertici delle Guardie della rivoluzione islamica guidano i proxy in tutta la Siria. Si tratta della IRGC che opera principalmente attraverso la Forza Quds, che risponde al cosiddetto Asse di Resistenza a guida iraniana, lo stesso che proprio ieri su X ha dichiarato che "adesso è iniziata la guerra". Nato in Iran nel 1979, il gruppo chiamato anche pasdaran può contare su circa 200.000 uomini sotto il comando diretto della Guida Suprema iraniana. In Siria grazie al supporto iraniano e russo, i lealisti hanno ripreso il controllo di buona parte dei territori meridionali, comprese le regioni sull'Eufrate e la città di Aleppo. La Siria è per l'Iran il ponte tramite cui rimpolpare Hezbollah di aiuti militari, esercitando così precise pressioni su Israele dalle Alture del Golan.
E veniamo a Kiev, dove Teheran fornisce alla Russia i droni Shahed 136 che il Cremlino usa per bombardare pesantemente l'Ucraina, di fatto ottenendo un vantaggio netto a favore di Vladimir Putin nell'economia complessiva del conflitto proprio dettato dall'aiuto iraniano. Lo scorso anno un gruppo di hacker scoprì che Mosca, attingendo alle proprie riserve auree, aveva pagato 1,8 miliardi di dollari all'Iran per la fornitura di tali velivoli. La capacità di produrre Shahed dall'Iran sta passando alla Russia, che potrebbe arrivare a costruirne almeno 2.000 al mese e a sua volta passare la produzione alla Corea del Nord. Non va dimenticato che dopo il pogrom del 7 ottobre, Putin ricevette in pompa magna i leader di Hamas, che a sua volta è proxy dell'Iran. In Iraq la strategia iraniana poggia sulla convinzione di usare i gruppi paramilitari per preservare la propria influenza in loco in chiave anti-Usa e anti-Israele. Oltre agli Al-Quds, i migliori nel Corpo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, sono operativi anche Asa'ib Ahl Al-Haqq e Kata'ib Hezbollah, che aderiscono alle Forze di Mobilitazione Popolare. Uno dei leaders più influenti, Esmail Qaani, ucciso una settimana fa, soleva ripetere che "Stati Uniti e i sionisti dovrebbero sapere che la rivoluzione islamica dell'Iran sa come guidare i giovani musulmani motivati a difendersi".
Allo stesso tempo Israele si batte contro i proxy dell'Iran, ovvero gli Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza e nel West Bank, a cui si sommano gli Houthi (foto) che occupano lo Yemen del Sud.Per non parlare della sistematica repressione dei diritti delle donne, nel tentativo di soffocare ogni tipo di dissenso al regime, con violazione dei diritti umani e crimini contro l'umanità.