Sembra impossibile, ma in Italia scompaiono due bambini ogni ora. Così, volatilizzati, inghiottiti nel nulla. E per ogni denuncia c'è una famiglia che piange. Per sempre.
Il fenomeno riguarda soprattutto i minori stranieri, 36 al giorno, ma anche i dati sui bimbi italiani (11 al giorno) sembrano la traduzione del peggiore dei film horror. Le denunce registrate nel 2022 sono 24.369 (il 26% in più rispetto all'anno precedente) e di queste oltre il 70% riguardano minori. Sono i dati agghiaccianti diffusi dal commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, prefetto Antonino Bella, che ha presentato la relazione annuale al Viminale.
Il numero dei ragazzini dispersi è il 46% in più dell'anno scorso, e conta in particolar modo egiziani e tunisini. La maggior parte dei minorenni che scompare fugge dalle guerre ora in particolare quella ucraina e sparisce per cause legate al lavoro nero, alla pedofilia, alla pedopornografia, alla prostituzione, fino al traffico d'organi.
Chi coordina la rete delle ricerche si rende perfettamente conto della gravità del fenomeno. La scomparsa di una persona è «fonte di grande sofferenza, che stravolge la vita dei familiari, creando uno stato di crescente angoscia, sicuramente nel momento della sparizione e, poi, ancora di più, in quelli lunghissimi della lacerante attesa, ancorata alla speranza di ritrovare i propri cari» scrive il commissario.
La sua relazione coincide con tre ricorrenze legate, rispettivamente, ai venti anni dalla nascita dell'associazione Penelope, ai quindici anni dall'istituzione del commissario straordinario del governo per le persone scomparse e ai dieci anni dall'approvazione della legge di riferimento per le ricerche. «I tre eventi, concatenati tra di loro, hanno consentito, nel corso degli anni, di creare le fondamenta del sistema di ricerca delle persone scomparse in Italia, unendo in un circolo virtuoso le risorse migliori per contenere un fenomeno molto complesso e che richiede il coinvolgimento di tutti».
Un dato positivo in mezzo alle statistiche del dolore è l'aumento dei ritrovamenti e, soprattutto, la riduzione dei tempi per rintracciare i dispersi.
«Stiamo utilizzando i fondi del Pnrr anche per impiegare nuove tecnologie che consentano di mettere in rete, tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti, ogni informazione utile fin dal momento della denuncia di scomparsa, in maniera da coordinare, attraverso procedure standard ed omogenee, gli interventi, che risulteranno così più efficaci - spiega il sottosegretario dell'Interno Emanuele Prisco - Anche l'implementazione delle banche dati e, in particolare di quella del Dna per il raffronto dei dati genetici, sarà cruciale per elevare il livello di risposta nei processi identificativi delle
persone scomparse». Le associazioni chiedono una rete europea per incrociare i dati: una delle certezze di tutti è che il traffico dei minori scavalli i confini e quindi è più che mai necessario un coordinamento più esteso.
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