Politica

"Dovrei dire cose cattive su Di Maio...". L'affondo politico di Orsini

Dopo aver dichiarato che voterebbe per Giuseppe Conte, e averlo definito "illuminato", ora Orsini si scaglia contro Di Maio nel giorno dell'uscita dai 5s

"Dovrei dire cose cattive su Di Maio...". L'affondo politico di Orsini

Mentre andava in onda l'ultima puntata di Cartabianca della stagione, Luigi Di Maio dava l'addio al Movimento 5 stelle. Con la conferenza stampa indetta nella conference hall dell'hotel Bernini di Roma, il ministro degli Esteri ha reso pubblico il manifesto politico del suo nuovo gruppo, che porta in dote circa 60 parlamentari che hanno deciso di seguirlo nell'uscita dal Movimento 5 stelle. "Era ora", si è lasciato sfuggire Di Maio abbracciando i suoi al termine del discorso, facendo capire che il processo di uscita è stato ben più travagliato e lungo rispetto all'ultima settimana di scaramucce con Giuseppe Conte e i suoi sodali. Tra questi, già da tempo sembra esserci anche Alessandro Orsini, che oltre a dichiarare che avrebbe dato il suo voto all'ex premier, proprio a Cartabianca l'ha definito "illuminato" per le sue dichiarazioni sull'Ucraina.

Nel corso dell'ultima puntata del programma condotto da Bianca Berlinguer, il professore dell'università Luiss non ha esitato a scagliarsi contro Luigi Di Maio, proprio per la sua decisione di lasciare il Movimento 5 stelle. Un assist da parte di Orsini per chi da tempo sostiene che nel 2023 lo studioso potrebbe trovare spazio nelle liste dei candidati del partito di Giuseppe Conte, che orfano di alcuni dei suoi volti più riconoscibili, sia per la scissione sia per la regola del secondo mandato, sarà probabilmente costretto a fare recruiting.

"Se dovessi dare un giudizio dovrei dire delle cose cattive su Di Maio e non voglio farlo. Penso che sia inelegante e non c'è il contraddittorio. Però non può che essere un giudizio severo, io vedo anche un tradimento di tanti valori iniziali, di tanti ideali, di tanti proclami. Però non voglio dire niente più di questo", ha dichiarato Alessandro Orsini. Parole che sembrano proprio quelle di un elettore tradito da uno degli esponenti principali dei pentastellati, che non si distaccano da chi, nella base, oggi accusa Luigi Di Maio di aver sacrificato gli ideali che hanno permesso al Movimento di nascere per i suoi interessi e scopi personali.

Solo il tempo dirà se chi insinua la possibilità che Alessandro Orsini, editorialista de Il fatto quotidiano di Marco Travaglio, storicamente molto vicino alle posizioni di Giuseppe Conte, diventi un candidato (e poi eletto) del Movimento 5 stelle possa tramutarsi in realtà.

Di sicuro c'è che anche l'attacco sferrato alla sua università pochi minuti prima nel corso della stessa trasmissione potrebbe essere un preludio all'addio per sbarcare su altri lidi.

Commenti