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Draghi accetta l'incarico "con riserva" Ecco cosa succederà adesso

Dopo l'incontro con Sergio Mattarella, Mario Draghi ha acconsentito a formare il nuovo esecutivo d'alto profilo: tutti i passaggi per arrivare alla fiducia

Draghi accetta l'incarico "con riserva" Ecco cosa succederà adesso

Alle 12, Mario Draghi è salito al Quirinale da Sergio Mattarella per discutere l'ipotesi di affidamento dell'incarico per la formazione di un governo di alto profilo. L'ex governatore della Bce è stato scelto dal presidente della Repubblica dopo il fallimento del tentativo politico di riformare una maggioranza che portasse a un governo stabile. Ricevuto l'esito negativo da parte di Roberto Fico, incaricato da Mattarella per l'esplorazione, il capo dello Stato ha dovuto prendere in mano la situazione e volgere le sue attenzioni su un nome che potesse contare su un ampio consenso in Parlamento.

"Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al palazzo del Quirinale il professor Mario Draghi, al quale ha conferito l'incarico di formare un governo. Il professor Draghi si è riservato di accettare", ha riferito Ugo Zampetti, segretario generale della presidenza della Repubblica. "Sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i Gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all'appello del Presidente della Repubblica", sono state tra le prime parole pronunciate da Mario Draghi dopo l'incontro con Mattarella. "Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni", ha specificato Draghi.

La legittimazione del premier spetterà al Parlamento e il nome proposto da Sergio Mattarella difficilmente riceverà il rifiuto dalle Camere. Mario Draghi ha un altissimo profilo ed è stimato in tutto il mondo, dove è universalmente conosciuto per essere l'uomo che ha salvato l'euro. È altamente improbabile che i partiti in Camera e Senato si opporranno alla sua designazione fatta da Sergio Mattarella. Il nome di Mario Draghi circola già da mesi nei corridoi dei Palazzi. Come riporta Marco Antonellis su Tpi.it, si mormora che per lui il passaggio a Palazzo Chigi potrebbe essere l'anticamera per il prossimo sbarco al Quirinale al termine del mandato di Mattarella. Una suggestione che ricorda i retroscena collegati all'arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi nel 2013: anche per lui si diceva che sarebbe stato il volano per arrivare al Colle. Oggi è senatore a vita.

La formazione della maggioranza

Dal momento della sua designazione, passeranno ancora alcuni giorni prima che Mario Draghi e il suo esecutivo assumano il governo del Paese. In ogni caso, finché Mario Draghi non sarà effettivamente al governo, l'esecutivo in carica continuerà a svolgere il suo lavoro, perché la Costituzione non prevede che il Paese rimanga sguarnito. La prassi prevede che l'incaricato accetti il mandato ma con riserva, esattamente come ha fatto Draghi, in modo tale da crearsi lo spazio di manovra per effettuare un rapidissimo giro di consultazioni con i partiti. Si tratta di incontri informali, che serviranno a Mario Draghi per capire quali possibilità ci siano di formare una maggioranza solida. Se il sondaggio non dovesse portare a risultati accettabili, Mario Draghi dovrà tornare da Sergio Mattarella per rifiutare l'incarico. A quel punto si apriranno altri scenari. Difficilmente Sergio Mattarella, in questa situazione, potrebbe affidare l'incarico a un altro profilo, considerato il fatto che Mario Draghi viene già considerato come la miglior scelta. La strada che si potrebbe aprire è quella delle elezioni. L'ipotesi meno plausibile è la spedizione del governo dimissionario di nuovo in Parlamento: o fiducia o caduta.

Il giuramento e la fiducia

È comunque difficile che Mario Draghi a oggi non ottenga la maggioranza. Nel caso in cui le consultazioni informali andassero in porto, come si augura Sergio Mattarella, l'incaricato tornerà al Colle con in mano la lista dell'esecutivo da sottoporre al capo dello Stato e confermerà la sua disponibilità. Dopo la firma da parte di Sergio Mattarella al decreto di nomina si procederà con il giuramento suo e dei ministri. Avrà poi 10 giorni di tempo per chiedere la fiducia ai due rami del Parlamento, non prima di aver presentato il suo programma di governo, sul quale i parlamentari dovranno esprimere il loro voto. Teoricamente, già dopo il giuramento il governo di Mario Draghi sarà nel pieno del suo esercizio ma gli esperti evidenziano che senza il voto di fiducia da parte del Parlamento non possano essere svolte funzioni a indirizzo politico. Se Mario Draghi dovesse ottenere il voto di fiducia e dovesse arrivare senza sfiducia a fine luglio, otterrebbe altri 6 mesi di governo senza scossoni. A quel punto, infatti, scatterà il semestre bianco, ossia gli ultimi 6 mesi di mandato del presidente della Repubblica, durante i quali il Quirinale non può sciogliere le Camere.

Lo scenario senza la fiducia

Nel caso in cui Mario Draghi non dovesse ottenere la fiducia da parte del Parlamento, sarà suo compito condurre il Paese alle elezioni. Difficilmente Mattarella conferirebbe un altro incarico e Mario Draghi resterebbe in carica fino alla formazione del nuovo esecutivo. È suggestiva, ma improbabile, l'ipotesi che in quel caso gli italiani siano chiamati alle urne già il prossimo 11 aprile, quando sono in programma le elezioni amministrative e per il rinnovo dell'esecutivo della Regione Calabria. In ogni caso, anche nel caso di non ottenimento della fiducia, sarebbe compito di Mario Draghi stilare il programma per il Recovery plan,visti i tempi tecnici necessari per la sua realizzazione e quelli necessari di campagna elettorali stabiliti dalla legge.

Il commento di Giuseppe Conte

L'ex governatore della Bce è stato a colloquio per oltre un'ora con il presidente della Repubblica. Un incontro piuttosto lungo durante il quale è presumibile che i due abbiano affrontato tutti gli scenari e le ipotesi possibili nei prossimi giorni e le intenzioni dell'incaricato al nuovo governo. Nel frattempo, Sky Tg24 è riuscito a intercettare Giuseppe Conte all'uscita della sua abitazione proprio pochi minuti dopo la comunicazione di Ugo Zampetti. "Cosa dirò a Draghi? Lo saprà lui in anteprima", ha commentato laconico il premier dimissionario. Nessun commento da parte sua un eventuale partito a sua guida.

Le prime parole di Mario Draghi

"È un momento difficile, il Presidente ha ricordato la drammatica crisi sanitaria con i suoi gravi effetti sulla vita delle persone, sull'economia, sulla società. La consapevolezza dell'emergenza richiede risposte all'altezza della situazione e con questa speranza e con questo impegno che rispondo positivamente all'appello del Presidente della Repubblica. Con grande rispetto, mi rivolgerò a Parlamento, fiducioso che emerga unità", ha detto Mario Draghi. L'ex presidente della Bce ha esposto a grandi linee le sue intenzioni: "Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese, sono le sfide che ci confrontano. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie della Ue, abbiamo l'opportunità di fare molto per il nostro paese con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale".

Draghi a Montecitorio e a Palazzo Madama

Subito dopo aver parlato alla stampa a seguito del colloquio con Sergio Mattarella, Mario Draghi si è recato a Montecitorio per incontrare Roberto Fico in qualità di presidente della Camera dei deputati.

Finite le consultazioni con Roberto Fico, il presidente del Consiglio incaricato si recherà a Palazzo Madama, dove ad attenderlo c'è Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato.

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