Il governo prepara il nuovo intervento anti-rincari sulle bollette. In settimana il Consiglio dei ministri darà il via libera al nuovo pacchetto di misure per frenare il caro energia. L'esecutivo guidato dal premier Mario Draghi ipotizza un piano da 5 miliardi di euro. Anche se le forze politiche, Lega e Forza Italia in primis, premono per aumentare l'asticella fino a 7 miliardi di euro. Per ora sembra escluso il ricorso allo scostamento di bilancio. Ipotesi su cui continua a battere il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Ma il capo del governo non è dello stesso avviso.
Sono altre le misure sul tavolo di Palazzo Chigi. Si parte dall'azzeramento, anche per il prossimo trimestre (aprile-giugno), degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica e di una sostanziale riduzione in quella del gas. Si va verso una riconferma dei bonus social per le famiglie: una misura che permetterebbe di abbattere i costi in bolletta per le fasce più disagiate. Si tratta di uno sconto in bolletta per le famiglie con disagio economico o fisico. Su questo punto è in corso una valutazione da parte dei tecnici: l'idea sarebbe quella di estendere la platea. Si sta verificando la copertura economica. Il governo lavora poi anche sull'altro fronte: l'alleggerimento dei costi delle bollette per le imprese. Si va in due direzioni. Il trasferimento agli energivori a rischio delocalizzazione dei 25 terawattora di energia rinnovabile, ritirata attualmente dal Gse per rivenderla poi sul mercato spot, a prezzi calmierati (50 euro per megawattora) per il 2022-2023. L'altro intervento rinvierebbe all'incremento della produzione nazionale di gas per 3 miliardi di metri cubi l'anno (valore: 1,5 miliardi per il 2022), per poi cederlo all'industria gasivora con contratti a lungo termine e con tariffe basse (16 centesimi di euro per metro cubo standard, l'unità con cui sono fatturati i consumi di gas in bolletta). Tra le altre misure allo studio il taglio dell'Iva per alcuni settori.
Il dossier bollette riaccende lo scontro politico. Dall'opposizione il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni attacca: «Servono soluzioni immediate per alleggerire adeguatamente l'aumento dei prezzi dell'energia. E interventi strutturali per affrontare a lungo termine il problema dell'indipendenza energetica nazionale. Le misure messe in campo finora sono assolutamente insufficienti e interi settori rischiano di doversi fermare. Il governo esca dal suo letargo e si attivi per salvare il sistema produttivo italiano».
Dal fronte di governo cresce il pressing di Matteo Salvini sul premier: «Il governo ha il dovere di intervenire questa settimana, con almeno 5 miliardi, per aiutare famiglie, commercianti, artigiani e piccoli imprenditori a superare gli incredibili aumenti dell'energia. Aumentare la produzione, l'estrazione e l'importazione di gas è altresì un dovere non più rinviabile in nome di No ideologici. L'Italia prima di tutto». E anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio teme risvolti sociali dalla bomba rincari: «Il Movimento 5 Stelle ha già chiesto di intervenire subito per stanziare risorse utili a bloccare gli aumenti in bolletta. Sono priorità di una Nazione che sta dimostrando di poter ripartire alla grande. Per questo, nel prossimo Consiglio dei Ministri, è necessario affrontare concretamente il tema». Il tempo stringe.
Un report di Assoutenti lancia l'allarme: «Gli aumenti delle bollette di luce e gas scattati a gennaio hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio e che potrebbero determinare di questo passo una maxi-stangata da 38,5 miliardi sulle tasche delle famiglie».
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